Venezia - A Venezia anche Dio si arrende. Il Patriarcato ha annullato le messe domenicali a San Marco previste alle 10.30 e a mezzogiorno di oggi, mantenendo le altre. La città è tenuta sotto scacco da una nuova ondata, che dovrebbe toccare il suo punto massimo alle 12.30. Previsti 160 centimetri. E un'intera mezza giornata di marea oltre il metro. Di nuovo. Ancora. La marea non si arresta. L'altra notte 1,15. Le persone continuano a darsi da fare, a pulire, a sistemare, a togliere il marcio, ma poi l'acqua risale e si ricomincia da capo. «Non abbiamo pos, computer che funzionano - ci dice la titolare di un negozio - ora funziona la cassa, ma il problema più grande è da stanotte. Domani (oggi per chi legge, ndr) è un altro incubo». E la catena umana è impressionante. Aiuti che arrivano da ogni dove, tassisti che si offrono di accompagnare le persone senza volere nulla in cambio, imprese di pulizie che si mettono a disposizione per le case degli anziani e delle persone in difficoltà. «Se non si vede non ci si crede - dice un volontario della protezione civile - c'è gente che ha perso tutto. È veramente la disperazione». Sì, perché c'è poco da dire che a Venezia l'acqua alta è normale, che i veneziani ci sono abituati, perché se hai una casa al piano terra e ti si inonda d'acqua, non puoi andare in bagno, non puoi lavarti i denti, non puoi mettere su una pasta, non puoi scaldarti, non hai la luce. In quei momenti senti solo l'acqua salire. Prima ti bagna le scarpe, poi arriva ai polpacci, poi ti avvolge le cosce, poi la senti scivolarti addosso lungo le anche. E la sensazione non è bella. Fa paura. Il rettore della storica Università Ca' Foscari, Michele Bugliesi, ha annullato la proclamazione delle lauree, in programma per venerdì scorso, chiedendo al Comune un'altra data. «La decisione di annullare l'evento - si legge in una nota - è da riferirsi non solo alle difficoltà che ci troviamo ad affrontare per ripristinare la funzionalità delle nostre sedi (chiuse fino a domani, ndr) ma anche e soprattutto a un senso di profondo rispetto per una città in ginocchio, in cui le istituzioni e i cittadini hanno subito danni economici e morali incalcolabili». Anche i musicisti e il coro del Teatro La Fenice si sono trasferiti a Treviso al teatro «Del Monaco» per preparare il «Don Carlo». L'acqua alta ha messo fuori uso l'impianto elettrico e il sistema antincendio de La Fenice, morta e risorta due volte dalle sue stesse ceneri. «Venezia ha bisogno di attenzione - ha detto la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, giunta ieri in laguna - oggi siamo in una grande emergenza, con danni alle persone e all'economia che abbiamo visto. Abbiamo il dovere di preservare questo patrimonio dell'umanità che fino a oggi è stato in pericolo costante; adesso bisogna mettere in atto tutte quelle misure che possano servire perché non succeda più quello che è avvenuto». E la solidarietà arriva anche dalla Nazionale di Calcio. «Venezia supererà anche questa - ha detto Gianluca Vialli, capo delegazione degli azzurri - Come un atleta che subisce un grave infortunio e si rialza». Vialli ieri era a San Marco con il presidente della Figc Gabriele Gravina e il portiere della nazionale Gianluigi Donnarumma. A essere colpita in questi giorni, anche Chioggia: venerdì mattina alle 11.16 la città era completamente sott'acqua. Idem Sottomarina. E anche a Burano, dove la marea ha raggiunto il metro e 49. Tutto il litorale è stato colpito: Lido, l'isola di Pellestrina. Alcuni alberghi hanno gli arredi da buttare, i pavimenti danneggiati, gli impianti da rifare.
Anche Trieste: strade allagate, piazze sott'acqua e danni a locali e negozi. Non va meglio in Trentino: isolate numerose valli, interrotta la ferrovia del Brennero poi riaperta alle 11.30 di ieri e famiglie senza corrente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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