Netanyahu all'Onu: "Palude antisemita". L'avviso a Teheran. "Pronti a colpirli"

Il premier: "Se l'Iran attacca reagiremo Libano, raggiungeremo i nostri obiettivi"

Netanyahu all'Onu: "Palude antisemita". L'avviso a Teheran. "Pronti a colpirli"
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Benjamin Netanyahu non ha alcuna intenzione di allentare la presa nella guerra contro Hezbollah e Hamas. Nella notte l'ufficio del premier israeliano aveva fatto sapere di condividere gli obiettivi degli Usa sul cessate il fuoco in Libano, ma una volta arrivato al Palazzo di Vetro dell'Onu tra le proteste (migliaia di persone sono scese in strada a Manhattan e una decina sono state arrestate per aver bloccato il traffico), ha promesso di continuare a colpire Hezbollah e combattere «fino alla vittoria totale» contro Hamas.

«Non intendevo venire qui quest'anno visto che il mio paese è in guerra e sta combattendo per la sopravvivenza, ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie pronunciate contro di noi da molti oratori su questo podio, ho deciso di mettere le cose in chiaro», esordisce Netanyahu nel suo intervento in Assemblea Generale. Ad accoglierlo gli applausi dei delegati israeliani e molte contestazioni, tanto che il presidente dell'Assemblea ha dovuto richiamare all'ordine i presenti, mentre alcune delegazioni (tra cui Turchia, Iran, Libano, Palestina e Arabia Saudita) abbandonavano la sala. «Finché Hezbollah sceglierà la via della guerra, Israele non avrà scelta e ha tutto il diritto di rimuovere questa minaccia e riportare i suoi cittadini a casa sani e salvi», sottolinea, aggiungendo che le operazioni contro il gruppo militante sostenuto dall'Iran «proseguiranno finché non raggiungeremo i nostri obiettivi». Anche Hamas «deve andarsene, se rimane al potere continuerà ad attaccare», chiosa il leader dello Stato ebraico. «Questa guerra può finire, tutto ciò che Hamas deve fare è arrendersi, deporre le armi e liberare gli ostaggi. Se non lo fa, combatteremo finché non otterremo la vittoria, una vittoria totale. Non c'è alternativa». E poi lancia un chiaro «messaggio ai tiranni di Teheran: se ci colpite, noi colpiremo voi. Non c'è posto in Iran che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere». Nei suoi attacchi a tutto campo, Netanyahu spara a zero pure contro l'Onu, che definisce una «palude antisemita» e una «società terrapiattista anti-israeliana».

Il discorso del premier dello Stato ebraico sembra indebolire la proposta di tregua presentata dagli Stati Uniti e dalla Francia dopo che Joe Biden ed Emmanuel Macron si sono incontrati a margine della settimana di alto livello alle Nazioni Unite. La Casa Bianca ha assicurato che la richiesta di cessate il fuoco era stata «coordinata» con Israele, ma l'ufficio di Netanyahu ha detto che il primo ministro non aveva risposto all'iniziativa. Precisando che «all'inizio di questa settimana, gli Usa hanno informato Israele della loro intenzione di proporre, insieme ad altri partner internazionali e regionali, una bozza per il cessate il fuoco in Libano.

Israele condivide gli obiettivi dell'iniziativa, volti a consentire alle persone di tornare in sicurezza nelle proprie case lungo il confine settentrionale ed apprezza gli sforzi di Washington in questo senso».

Netanyahu, da parte sua, ha anticipato il ritorno in Israele dopo gli attacchi condotti dall'Idf alla periferia di Beirut, ripartendo in tutta fretta da New York poche ore dopo il suo intervento alle Nazioni Unite.

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