Buttigieg è stato sulla difensiva per tutto il fine settimana, mentre gli sfidanti lo attaccavano su vari fronti: dalla difficoltà di avvicinare l'elettorato nero, ai finanziamenti da grandi donatori. Attacchi legati alle primarie in New Hampshire, in programma oggi. Sanders ha accusato il 38enne di aver accettato contributi dai più ricchi ipotizzando che quindi non assumerà posizioni critiche verso «i tycoon di Wall Street» o «l'elite imprenditoriale». Warren ha detto che Buttigieg non è in grado di «unire la comunità nera», punto molto delicato per il candidato dell'Indiana. Attacchi che paiono la prova che Buttigieg, semisconosciuto alla politica nazionale un anno fa, pare sinora il favorito nella sfida per la nomination Dem alle presidenziali. Ora l'ex sindaco dovrà dimostrare di saper reggere alla pressione, soprattutto negli Stati più multietnici dove ha faticato a ottenere sostegno.
Buttigieg ha intanto risposto a Biden, che sabato aveva detto: «Oh andiamo, questo tizio non è Barack Obama». Ha riposto: «Beh ha ragione, non lo sono. E neanche lui lo è», aggiungendo poi nel corso di un comizio: «Ricordiamo che stiamo affrontando il presidente più divisivo del nostro tempo, motivo per cui non possiamo rischiare di dividere ulteriormente gli americani».
Nel rispondere agli attacchi, tuttavia, Buttigieg ha evitato ogni escalation, mossa che potrebbe essere mirata a tenere alta l'energia positiva della campagna in Iowa, dove si è presentato come estraneo alla «mischia» politica.I sondaggi nel New Hampshire mostrano un duello a due tra l'ex sindaco (al 23-25%) e Bernie Sanders che rimane comunque in testa con il 29-30% dei consensi.
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