Il Nfp lancia un comunista per l'Assemblea

Ma per il 66% dei francesi non è normale che a sinistra manchi il nome del premier

Il Nfp lancia un comunista per l'Assemblea
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Oggi alle 15 l'Assemblea nazionale comincerà le votazioni per la scelta del presidente (primi due voti a maggioranza assoluta, il terzo a maggioranza relativa). Il Nuovo fronte popolare, che ancora non ha trovato il nome condiviso di un candidato premier che unisca la Sinistra, ha trovato almeno l'intesa per il candidato alla guida dell'Aula. Si tratta del comunista André Chassaigne, 74 anni, deputato del Puy-de-Dôme. Gli altri candidati sono la presidente macronista uscente dell'Assemblea Yael Braun-Pivet, il centrista Charles de Courson del gruppo indipendente Liot, la centrista di Horizons, attuale vicepresidente Naïma Moutchou, la deputata di destra Annie Genevard e il candidato del Rassemblement National Chenu (contro cui quasi certamente tornerà lo sbarramento).

Se Nfp ha trovato la quadra sul nome da candidare in Assemblea, ancora nessuno accordo c'è invece sul nome del candidato premier. Una circostanza criticata in un sondaggio di Elabe per Bfmtv dai due terzi dei francesi (66%), secondo cui non è normale che il Nuovo fronte popolare ci stia mettendo così tanto tempo per scegliere e accordarsi. Un altro sondaggio Elabe per Bfmtv svela tra l'altroche il 35% dei francesi vorrebbe il presidente del Rn, Jordan Bardella, come primo ministro di Francia, davanti al primo ministro Gabriel Attal, al 34% e in calo di quattro punti rispetto all'ultimo rilevamento. Al terzo posto, preferito dal 27% dei francesi e in calo di quattro punti, è Raphaël Glucksmann, leader di Place Plubique (centrosinistra). In calo di due posizioni, al 24%, François Ruffin e di tre, al 21%, Olivier Faure, leader dei Socialisti.

Proprio la storica leader del Rn, Marine Le Pen, ha denunciato ieri come la Francia si trovi «nel mezzo di un pantano» e le dimissioni del capo dello Stato non siano più un tabù nemmeno per lei.

I francesi «non sanno cosa sta succedendo» dopo il voto, anche a causa della mancanza di «spiegazioni» da parte di Macron. «Le dimissioni del presidente sono uno scenario possibile. Data la situazione, sono l'ultima opzione che la Costituzione offre a Macron per uscire da una crisi politica», scrive su X.

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