Il Pd si accorge di Casal Bruciato. Zingaretti: "Riapriremo la sezione"

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti attacca: "Non si può andare in questi quartieri solo quando esplode la protesta, come ha fatto pure giustamente la sindaca Raggi"

Il Pd si accorge di Casal Bruciato. Zingaretti: "Riapriremo la sezione"

"A Casal Bruciato riapriremo la sezione del Pd". A dirlo è il neosegretario del partito Nicola Zingaretti che, intervistato da Corrierelive, attacca il Campidoglio: "Non si può andare in questi quartieri solo quando esplode la protesta, come ha fatto pure giustamente la sindaca Raggi"

"Bisogna starci 365 giorni all’anno, tornare nei luoghi dove la vita, se non ci sono politica e servizi, può provocare questi istinti”, aggiunge il governatore del Lazio parlando della protesta contro l'arrivo di una famiglia di rom nel quartiere popolare della Capitale di Casal Bruciato. Zingaretti, poi, attacca i 'gialloverdi':"Chi vota Di Maio vota Salvini, sono i due più autorevoli responsabili di questo governo. La maggioranza dei parlamentari sono dei 5 stelle che tengono al governo Salvini. Questo continuo litigio è fastidioso". E, qualora il goverbo cadesse, l'unica alternativa sarebbe il ritorno alle urne. “Questo gioco al massacro non verrebbe meno se si andasse a una soluzione parlamentare. Io credo che l’atteggiamento più corretto sarebbe quello di tornare agli elettori senza governi tecnici”, spiega Zingaretti che si dice convinto che il Pd non subità alcuna scissione ma anzi raggiungerà il 20% alle prossime elezioni Europee. "Io sono fiducioso -dice - che questa idea di una lista unitaria che litiga meno che ha programmi e contenuti unitaria sarà la sorpresa delle elezioni europee". Nel corso dell'intervista però si è parlato anche dei casi giudiziari che hanno colpito il Pd in quese ultime settimane: "Un doppio standard tra Mario Oliverio e Catiuscia Marini? Da parte mia nessuna differenza. Ho sempre detto le procure facciano il loro lavoro, la politica valuti.

Il doppio standard lo fa Di Maio: quando gli indagati sono amministratori dei cinque stelle rimangono al suo posto, quando sono avversari si devono dimettere", conclude Zingaretti respingendo la tesi di un doppopesismo legato alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il governatore della Calabria e quello dell'Umbria a cui era stato chiesto un passo indietro.

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