Non solo fedele e prezioso compagno Il cane può essere pure il nostro medico

Gianpaolo Iacobini

I cani? Sentinelle ambientali. Utili nella prevenzione delle malattie umane.

A Salerno ne sono talmente convinti che l'Ordine dei medici veterinari, la Regione e l'Asl hanno firmato un'intesa per monitorare lo stato di salute del territorio tenendo d'occhio i quattro zampe. «Vivendo a stretto contatto con l'uomo dicono i promotori dell'iniziativa - il cane, fortemente integrato nell'ambiente sia urbano sia rurale, rappresenta una spia di patologie gravi e diffuse tra gli uomini». Il come ciò sia possibile lo spiega Orlando Paciello, presidente dell'Ordine salernitano e docente di patologia veterinaria alla Federico II di Napoli: «I periodi di latenza delle malattie, relativamente brevi negli animali rispetto all'uomo, ad esempio per quanto riguarda lo sviluppo dei tumori, comportano un grande vantaggio nelle indagini epidemiologiche. Inoltre, il riconoscimento e lo studio di alcune patologie in modelli animali spontanei possono costituire campanelli d'allarme precoci di ciò che potrebbe in futuro diventare pericoloso per il genere umano».

Un tempo fantascienza, l'irruzione di «doctor dog» sulla scena risale al 1989, quando sull'autorevole rivista scientifica Lancet gli studiosi Hywel Williams e Andres Pembroke riportarono il caso di una donna britannica messa sul chi va là dal suo cucciolo che continuava ad annusare insistentemente un neo sulla gamba. Diagnosi? Melanoma. In seguito esperimenti per testare la bontà dell'intuizione furono intrapresi un po' ovunque, Italia compresa. Nel 2009 nella Capitale un progetto pilota fu promosso dall'Asl Roma/B, per cercare denominatori comuni tra esseri umani e animali soprattutto con riguardo ad alcuni tipi di neoplasie, quali quelle alla mammella ed al collo dell'utero. Anche il ministero della Difesa, quattro anni più tardi, strinse un patto di collaborazione con una società milanese per giungere ad un risultato certo: i pastori tedeschi impiegati nelle attività di laboratorio si rivelarono capaci di riconoscere, con l'aiuto del loro portentoso fiuto, i diversi marcatori tumorali.

E che l'idea meriti fiducia lo credono pure a Macerata, dove proprio ieri Comune, Università e canile municipale hanno rinnovato la convenzione del progetto triennale che prevede l'utilizzo di cani e gatti nella lotta ai tumori. Il cane? Il miglior dottore per l'uomo.

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