Pur di farsi eleggere non ha esitato a farsi fotografare tra le foto di Gramsci e Matteotti. Eppure ora Pier Ferdinando Casini è già pronto a "rinnegare" il Partito democratico e la sinistra che gli ha permesso di ottenere una poltrona in Parlamento.
"Io non ho vinto da solo", ammette l'ex leader Udc, "L'incontro tra moderati e progressisti ha funzionato bene. Ha, come si usa dire dato i suoi frutti, ma io non sono diventato di sinistra. I cittadini conoscono bene la mia storia. Sono un bolognese che ama la sua città e che rispetta il suo popolo, con le proprie radici e tradizioni".
"Io non sono del Pd", ha ribadito all'indomani dell'elezione al Quotidiano nazionale. Ma proprio al Partito democratico dà suggerimenti: "Si avvii una riflessione seria sul fatto che, in tutt'Europa, la socialdemocrazia è marginalizzata o addirittura sta scomparendo", dice, "Non sarà un caso se subiamo il populismo come gli altri. Prendiamo atto che in questa fase storico-politica siamo sconfitti. Ma è possibile che, a Ferrara, la Lega sia il primo partito? Sì, è possibile".
Per Casini, comunque, Renzi è un capro espiatorio, mentre
Gentiloni "è una risorsa della repubblica", ma "prendere voti è altra questione". Infine una battuta su Berlusconi: "Ha fatto un miracolo prendendo il 14 per cento da solo. Senza partito. Ma il tempo passa anche per lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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