È una bandiera del governo e del ministro della Giustizia Carlo Nordio dai tempi in cui faceva il pubblico ministero. Il suo ddl che contiene l'abrogazione dell'abuso d'ufficio arriva oggi in aula alla Camera - ha già incassato il sì del Senato - e il Guardasigilli lo rivendica come l'eliminazione di uno degli ostacoli alla velocità del cosiddetto sistema Paese, con la paura delle firma che assilla migliaia di sindaci e amministratori. «Senza l'abuso di ufficio l'economia e la giustizia italiana correranno più veloce», dice in un'intervista rilasciata proprio ieri. Per Nordio, il Paese «cambierà radicalmente.
Sindaci e amministratori non saranno più paralizzati dalla paura della firma, la certezza del diritto sarà meglio assicurata, e alcune migliaia di processi inutili, statisticamente già destinati all'assoluzione, saranno eliminati - sottolinea - La giustizia penale, gli investimenti e l'economia correranno più veloci».
Una modifica chiesta sottovoce anche da un esercito di sindaci del Pd, come aveva confidato lo stesso ministro: «Sottobanco tutti venivano in processione a dirci Fate bene, fate bene».
All'opposizione che gli contesta i richiami dell'Europa contenuti nella nuova direttiva anticorruzione - la cui bozza iniziale chiedeva l'introduzione del reato in tutti i Paesi - Nordio fa chiarezza dopo l'ultimo consiglio Ue dei 27 che si è svolto pochi giorni fa: «La Presidenza ha accolto la nostra proposta di rendere facoltativo, e non più obbligatorio, il mantenimento di questo reato». Una vittoria, «ora abbiamo un via libera chiaro e definitivo, e devo ringraziare per questo straordinario lavoro tutto lo staff ministeriale, i nostri magistrati di collegamento. E ora spero che questo argomento non venga più sollevato».
Ai colleghi europei aveva spiegato come l'abrogazione del reato verrebbe comunque bilanciata dagli altri strumenti anticorruzione attivi nel nostro Paese: «In Italia abbiamo un arsenale normativo penale di ben 17 articoli contro la corruzione. Abbiamo un'autorità, l'Anac, che si occupa in termini preventivi. Abbiamo una giurisdizione amministrativa che annulla gli atti amministrativi quando sono viziati, e abbiamo un'autorità civile che consente il risarcimento del danno delle persone che lo hanno subito». Con questa apertura di Bruxelles alla discrezionalità di ciascun Paese sul tenere o meno il reato, «la riforma sull'abuso di atto di ufficio è perfettamente compatibile con la lotta alla corruzione: gli Stati non sono obbligati, come si era detto un tempo, a mantenere questo reato, possono mantenerlo secondo la loro discrezione. Noi manterremo l'intenzione di abolirlo», aveva detto Nordio.
I numeri. Al di là di un dossier di Azione - opposizione che sostiene in Parlamento il ddl Nordio - che ha analizzato i procedimenti per abuso d'ufficio consegnando a via Arenula oltre 150 casi di sindaci indagati e poi assolti per questo reato, le cifre sono ormai note e fotografano migliaia di procedimenti che finiscono archiviati. Nel 2021 dei 4.745 procedimenti aperti ben 4.121, ovvero l'85%, sono finiti così. Nel 2022 ne sono stati instaurati 3.938 e 3.536 archiviati, il 79%. Si tratta in gran parte di richieste di archiviazione presentate dalle stesse Procure al termine delle indagini preliminari.
Le condanne: nel 2021, su 513 procedimenti definiti e andati a dibattimento, sono state soltanto 18 (erano state 37 nel 2020 e 54 nel 2019).
La riforma che arriva in aula oggi per l'ultimo miglio, contiene anche un ridimensionamento del reato di traffico di influenze
illecite limitato a condotte particolarmente gravi. E anche quella che Nordio considera un'altra svolta: sulla richiesta di custodia cautelare in carcere si dovrà esprimere un collegio di tre giudici, non più solo il gip.
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