Lo spettro del dossieraggio ancora una volta torna ad aleggiare sui palazzi, siano essi quelli politici o quelli del salotto della grande economia. L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, dopo la lunga sequenza di casi di appropriazione di informazioni riservate registrati in questi mesi, torna ad accendere l'interesse e la preoccupazione delle istituzioni.
Il Copasir - il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica - ha già annunciato di essere pronto a puntare i riflettori sulla vicenda, mentre Commissione Antimafia interverrà soltanto qualora si accertassero infiltrazioni della criminalità organizzata. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene, invece, per lanciare un preciso allarme. «Non saremo al sicuro fino a quando la legge e la tecnologia non sarà riuscita ad allinearsi con quella della criminalità. La tecnologia avanza rispetto alle leggi, in tutti i settori, a partire dalla bioetica. I malintenzionati sono sempre più avanti degli Stati, hanno hackerato anche il Cremlino, servono sforzi per allineare la normativa ma anche lavorando di fantasia, prevedendo cosa possono fare senza doverli inseguire», dichiara a CasaCorriere. Ma oltre al furto dei dati c'è un'altra frontiera attinente alla privacy e alla manipolazione da conoscere e combattere. «Siamo tutti esposti al rischio dossieraggio. Il vero problema che si porrà non è solo la captazione dei dati sensibili, ma prossimamente già con l'Intelligenza Artificiale sarà possibile manipolare questi dati e sarà ancora peggio: perché una cosa è entrare in una cartella clinica e un'altra è manipolare i dati con l'intelligenza artificiale. Sarà facile e veloce creare una realtà virtuale ma che virtuale non è. Dobbiamo lavorare di fantasia per capire cosa farà la criminalità con i nuovi strumenti». Il ministro del Turismo Daniela Santanchè ci tiene, invece, a non esprimere giudizi affrettati e a tenere un profilo garantista. «Abbiamo letto sui giornali quello che l'accusa ha detto, io non sono una persona che dà giudizi: appartengo al centrodestra».
Chi sceglie di commentare è Maurizio Lupi, preoccupato per «una nuova stagione dei veleni che porta discredito alle istituzioni e indebolisce la democrazia». Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia, rivendica invece l'attenzione riservata da tempo dal suo partito alle fughe di dati riservati. «Noi per primi abbiamo definito, dopo il caso Striano, questo scambio di informazioni come un vero e proprio mercimonio. Spiace che alcune forze politiche abbiano negato parlando di manie di complottismo. Ne prenda atto chi fino a oggi ha derubricato il tema. Se non è dossieraggio questo cos'è? Vogliamo forse definirlo altruismo informatico?».
Infine il Pd per il quale interviene la senatrice Enza Rando. L'inchiesta, sostiene, «svela un quadro allarmante per la capacità di penetrare nelle banche dati nazionali per accedere a informazioni sensibili. Si mette a rischio la nostra economia e la democrazia stessa».
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