Per ora sono in quattro a fare le barricate contro il Dl sicurezza targato Matteo Salvini: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Matteo Mantero. Ma la fronda potrebbe essere molto più ampia. Si parla di almeno nove parlamentari che non sarebbero d'accordo con la linea assunta dal Movimento nelle ultime settimane.
Intanto, la frattura tra i quattro firmatari degli emendamenti e il leader pentastellato Luigi di Maio sembra insanabile. Alla riunione, convocata stasera alle 21.30 proprio dal vicepremier grillino per definire la linea di condotta sui dossier più caldi sul tavolo, dal Tap alla manovra finanziaria, passando per il decreto sicurezza, e far rientrare le critiche dei dissidenti, non ci saranno né la senatrice napoletana vicina a Roberto Fico, e neppure Fattori e Mantero. "Siamo fuori tempo massimo per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare", fa sapere la Nugnes sentita dall’Adnkronos. Elena Fattori, invece, diserta per motivi personali, mentre Mantero ha spiegato di non poter esserci per ragioni di tempo.
"Hanno spostato l'assemblea a questa sera”, ha detto alle agenzie di stampa. Assenze che pesano e che potrebbero già prefigurare una rottura definitiva. Una spaccatura, del resto, era nell’aria da giorni, dopo le polemiche sul condono, sul mancato stop al Tap in Puglia e sulla stretta contro l’immigrazione. A capitanare il fronte anti-Di Maio c’è Paola Nugnes, che si oppone proprio alle nuove regole previste dal decreto sui migranti. Contraria al provvedimento voluto da Salvini e al via libera del governo ai lavori per il Tap è anche Elena Fattori, che parla di “promesse non mantenute”. Per tutti il refrain è lo stesso: stretta sulla sicurezza? Sì, ma “prima di tutto viene la Costituzione”. Questo è stato anche il commento del comandate De Falco, tra i dissidenti della prima ora e firmatario degli emendamenti al decreto che Di Maio chiede di ritirare.
Non è un mistero, poi, che contro le ruspe care a Salvini ci sia anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che a proposito della tragedia di Desirée Mariottini aveva invocato più “amore e partecipazione” al posto di leggi più severe. Ma i mal di pancia non si fermano qui. Su uno dei punti più discussi della manovra economica, quello del condono, si sono schierati anche i deputati Emilio Carelli e Carla Ruocco, e il senatore Elio Lannutti. Il motivo? La manovra sarebbe “contraria ai valori del movimento” e aiuterebbe gli evasori.
E poi c’è la decisione sul Tap che ha fatto trasalire la deputata Sara Cunial e il senatore Lello Ciampolillo, che sostiene che il progetto per la costruzione del gasdotto possa essere bloccato senza il pagamento di alcuna penale.Tutti nomi, questi, che sarebbero finiti nella black list di Di Maio. E per alcuni dei quali potrebbe profilarsi anche l’espulsione dal Movimento.
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