Eh no, non ditegli che così ripaga il suo «capo». Vi potrebbe incenerire. Vi potrebbe urlare in faccia tutti i peggiori insulti. Figuriamoci, lui è un uomo indipendente, un libero pensatore, un intellettuale che non si fa comandare da nessuno, un guru della tv ancor prima che i ragazzi pentastellati venissero al mondo. Epperò, Carlo Freccero, nominato direttore di Raidue grazie all'appoggio dei 5 Stelle, l'omaggio al fondatore del movimento populista lo fa davvero, come aveva promesso. Lunedì 28 gennaio manderà infatti in onda C'è Grillo, una sorta di Techetechetè sul leader, insomma un taglia e cuci di immagini dell'immenso repertorio degli archivi Rai. E, per ammantare la serata di «operazione editoriale», si è inventato una «serie» dedicata ai grandi personaggi, da Celentano (già andato in onda), a Funari, a Tortora, a Benigni, nei successivi lunedì.
Si dirà, che c'è di male, si vedranno in onda spezzoni degli show televisivi dell'allora comico, dai Sanremo di fine anni Ottanta, ai mitici Fantastico fino all'ultimo, quello del 1986 che gli costò la cacciata dalla Rai per la famosa battuta che fece infuriare Craxi: «Se in Cina sono tutti socialisti a chi rubano?». Anche se Enrico Beruschi racconta tutta un'altra storia: il comico fece apposta a farsi mandare via per trasformarsi in un martire da spettacoli teatrali redditizi. Comunque, tornando a Freccero, l'indiavolato direttore non vedeva l'ora di tornare nella sua amata Raidue, per ribaltarla come un calzino, per vendicarsi di chi lo aveva allontanato e per riottenere quello che crede suo per giustizia divina, oltre che per superiorità intellettuale e professionale, e cioè la guida di una rete, che comunque è il minimo per chi aspirava a diventare direttore generale. E per farlo non ha mai nascosto di essersi avvicinato ai grillini e di ringraziarli per averlo nominato nel cda Rai nel 2015. Del resto, tutti gli altri, dal Pd a Forza Italia, lo avevano emarginato: lui era il direttore di quella Raidue con in squadra Santoro, Luttazzi, Dandini, i Guzzanti, che si beccò il famoso editto Bulgaro. Ma tutto questo è il passato: ora a Freccero importa solo di far clamore, di mettere lui e la sua rete sotto un faro luminoso. E deve farlo in fretta perché, pur di tornare sul cavallo di Viale Mazzini, ha accettato di starci solo per un anno e senza stipendio, in base alle regole sui pensionati.
Figuriamoci che il suo intento è di mettere insieme i più squinternati personaggi degli ultimi anni, Morgan (già scritturato) e Asia Argento come giudici-coach del prossimo The Voice. Ma non si ferma qui: il sogno è riportare in video anche Santoro e Luttazzi (e ci sta lavorando sul serio). E che dire di uno show live di Grillo sulla sua rete? Aspettate e vedrete....
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