
Sulla stretta alla concessione per ius sanguinis della cittadinanza italiana ai discendenti di chi è emigrato all'estero, annunciata ieri dopo il Consiglio dei ministri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, tornano le frizioni tra Forza Italia e Lega. Il Carroccio che punta i piedi col deputato trevigiano Dimitri Coin e rivendica l'origine settentrionale di molti richiedenti: «Singolare che nel governo qualcuno abbia deciso di dare una stretta ai discendenti di chi è emigrato all'estero, in larga parte di origine veneta, lombarda, piemontese o friulana e quindi di cultura cattolica, ma poi pensi di regalare la cittadinanza a giovani immigrati che spesso sono islamici. Incredibile ci si preoccupi più dei nostri bisnonni: in Aula saranno doverosi dei correttivi». La nuova norma permette la trasmissione automatica della cittadinanza, infatti, solo a coloro che hanno almeno un genitore o un nonno nato in Italia. Così Coin e il suo collega di partito Graziano Pizzimenti assicurano che la proposta verrà affrontata e modificata in Aula, mentre fonti del Carroccio veneto ricordano come anche l'Europarlamentare di Fdi Elena Donazzan, in una intervista, abbia espresso dubbi sulla stretta alla cittadinanza.
Ma gli azzurri difendono il provvedimento e punzecchiano gli alleati. «Stupisce che i deputati della Lega dicano cose diverse rispetto a quello che hanno votato i loro stessi ministri in Cdm», chiosa il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi, ammettendo che «nell'iter di conversione in Parlamento tutto si può migliorare», ma ribadendo l'urgenza di una stretta «per mettere fine a truffe e palesi violazioni». A sorpresa, a fianco del Carroccio si schiera Maurizio Lupi, che sottolinea come a «Noi Moderati» non sia stato chiesto di contribuire al testo della nuova normativa: «Va assolutamente migliorato, va cambiato, in questo caso siamo d'accordo con la Lega».
Intanto, nello stesso disegno di legge arrivano novità su passaporti e carte d'identità elettroniche, ripulendo la normativa dei primi, risalente al 1967, ed estendendo la possibilità di utilizzare le Cie per l'espatrio. Per i passaporti viene certificata la prassi del divieto di rinnovo già in vigore dal 2009 eliminando i riferimenti residui al rinnovo ancora presenti nei testi normativi, sono cancellati i passaporti collettivi (di fatto già non rilasciati da anni) e vengono snellite le procedure di denuncia per furto o smarrimento, prevedendo l'obbligo di comunicazioni alle autorità locali qualora l'evento si verifichi all'estero. Aggiornate all'euro (erano in lire) anche le sanzioni per chi lascia i confini nazionali privo di passaporto, e depenalizzate alcune infrazioni minori.
Altro fronte di novità riguarda le Cie: in attesa della loro digitalizzazione nell'IT-Wallet, verrà ampliata la platea dei Paesi extra Ue che la accettano come documento valido per l'espatrio, grazie a nuovi accordi bilaterali.
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