«Non ci sono le condizioni per allentare le misure», avverte in Aula il ministro della Salute Roberto Speranza. Per questo il nuovo dpcm, che sostituirà quello in scadenza il 5 marzo, prorogherà le restrizioni fino a dopo Pasqua, arrivando al 6 aprile. Non ci sono le condizioni perché l'Rt è a 1 - la soglia considerata di allarme -, mentre in cinque Regioni le terapie intensive sono a un livello critico di saturazione. «È fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza - osserva Speranza - Con questo livello di incidenza di casi abbiamo 5 regioni con terapie intensive sopra la soglia critica e l'Rt medio è 0.99, secondo ultimo rilevamento. Quindi l'Rt si avvia con le misure attualmente in vigore a superare la soglia di 1». Oggi è previsto un incontro governo-enti locali, con i ministri degli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini e della Salute, e i rappresentanti delle Regioni. C'è il timore per il diffondersi delle varianti, proprio «all'ultimo miglio per vincere la battaglia», come lo definisce il ministro.
ZONE ROSSE
E proprio a seguito della comparsa delle varianti e «in conseguenza dell'emergere di focolai caratterizzati da intensa attività virale, sono state implementate diverse di queste zone rosse o arancioni rafforzate, anche a livello sub-regionale. E proprio negli ultimi giorni, mentre l'Alto Adige, a un anno esatto dal primo caso di coronavirus accertato sul territorio, ha deciso di proseguire in lockdown duro fino al 14 marzo, è stata segnalata, da parte di cinque Regioni, la necessità di 25 zone rosse, alcune decise a causa dell'insorgere di focolai epidemici dovuti a variante inglese, altre alla presenza di variante brasiliana o sudafricana. Tali misure restrittive sono indispensabili. Siamo consapevoli che queste comportano sacrifici - prosegue Speranza - ma non c'è altra strada in questo momento per evitare un peggioramento del quadro epidemiologico».
PASQUA E PASQUETTA
Il nuovo dpcm coprirà, dunque, anche le festività di Pasqua (4 aprile) e Pasquetta. Ma l'andamento delle restrizioni seguirà quello dei contagi, senza escludere l'ipotesi di ulteriori strette come a Natale: «L'evoluzione del quadro epidemiologico - commenta Speranza - merita di essere seguita con la massima attenzione. Dovremo verificare, passo dopo passo, se le misure siano adeguate a fronteggiare la situazione che va delineandosi. La bussola, per me, nella scrittura del prossimo Dpcm deve essere sempre il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute».
SECONDE CASE
Cambiano le regole sulle seconde case. La possibilità di andare nell'abitazione in cui non si è residenti varia in base alla fascia di colore del luogo dove si vive. In zona rossa sono vietati gli spostamenti, si può uscire dalla propria abitazione solo per «comprovate esigenze» di lavoro, salute o necessità. Bisogna essere muniti di autocertificazione. Quindi è vietato anche andare nelle seconde case. Vietato pure per chi vive nelle regioni di colore arancione scuro, dove non si può uscire dal Comune di residenza se non per «comprovate esigenze». Chi vive in fascia arancione e in fascia gialla può andare nelle seconde case anche se si trovano fuori regione, anche in fascia arancione. Non si può andare in una seconda casa che si trova in fascia «arancione scuro» o in zona rossa. Solo il nucleo convivente può recarsi nella seconda casa e soltanto se non è già abitata da qualcun altro. Vietato andarci con parenti e amici. Non solo. Può andare nella seconda casa soltanto chi dimostra di esserne proprietario o titolare di contratto di affitto firmato prima del 14 gennaio 2021.
RESTRIZIONI
Le regole sono più rigorose nelle zone rosse rispetto all'ultimo dpcm: non è possibile andare a trovare parenti o amici una volta al giorno. Si può in zona gialla all'interno della regione. In zona arancione, solo all'interno del comune, tra le 5 e le 22, e in due persone massimo, oltre ai figli minori di 14 anni.
CINEMA E TEATRI
Restano le divisioni nel governo e nelle regioni tra la linea aperturista è quella del rigore chiesta dal comitato tecnico scientifico.
Che ieri ha incontrato il ministro dei beni culturali Dario Franceschini sull'ipotesi di riaprire cinema e teatri. Un vertice di un'ora e mezza per discutere i protocolli integrativi di sicurezza per eventuali riaperture, discussi con le associazioni di categoria.
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