Privilegio di essere, in direzione Nuvola, il primo cliente di sempre del mio tassista romano «Dottò, bella è bella vista da fuori ma non ho capito cosa c'entra questo glomerato de' Nuvola con quello che ce stà attorno» mi trovo di fronte al nuovo Convention center dell'Eur, battezzato «La Nuvola», con tutt'intorno i razionalissimi palazzi dell'INA, della Civiltà Italiana, il palazzo dei Ricevimenti, insomma la più bella urbanista mussoliniana Marmo, fascio e travertino. A ricordare quando Roma era imperiale.
A preparare il futuro di Roma internazionale, eccola, la Nuvola. Fino al 1998 tra l'asse della Cristoforo Colombo e via dell'Arte c'era un parcheggio dell'Aci. Oggi, 16 anni, quattro sindaci e decine di varianti dopo, al costo finale di 240 milioni di euro, forse 300, a cantieri finalmente chiusi e polemiche ancora aperte («Ma serve davvero la Nuvola a Roma?» «Li vale quei soldi?» «Ma perché Fuksas è stato pagato 24 milioni?»), il nuovo Centro congressi è lucido, fiero, e romano. A chi l'Italia? Alle archistar.
Entriamo. All'opera monumentale, dentro la quale lassù - fluttua la «Nuvola», si sale - prima follia neo-razionalista di un'architettura innegabilmente scenografica - scendendo una larghissima scalinata, in travertino romano classico. A quel punto sei al centro del polo congressuale. L'impatto è grandioso. Un'enorme Teca larga 70 metri, lunga 175, alta 40 lo spazio interno di giorno è luminosissimo, la trasparenza notturna sorrentiniana - in ferro e cemento. Del primo ne hanno usate 37mila tonnellate, come cinque torri Eiffel. Del secondo 58mila mq, come otto campi di calcio. Difficile dire se è una Bellezza. Ma è Grande.
Roma, è certo, rimarrebbe bellissima anche senza Nuvola. Ma al netto dei costi, dei possibili sprechi, della parcella di Fuksas e della efficienza futura della struttura la Nuvola non l'imbruttisce per niente. Dentro il quartiere urbanisticamente meraviglioso dell'Eur, eccellenza artistica degli anni Trenta, c'è posto anche per un Business District, speranza economica degli anni Duemilaventi.
Saliamo, mentre tutt'intorno tecnici Rai e dipendenti della Eur SpA perfezionano gli ultimi dettagli per la grande diretta Rai Gran Maestro di Cerimonie Matteo Renzi di questa sera. I livelli del Centro congressi sono tre. Al piano «meno uno» ci sono le sale congressuali, tra cui la Plenaria, 9mila mq di spazio modulabile, con pareti mobili, per ospitare fino a 8mila persone: ecco, è qui che si sta apparecchiando la cena di galà di stasera: 160 tavoli rotondi, da 10 posti ognuno, per 1600 ospiti: vip, politici e potenziali buyers («Non sarà una festa per inaugurare, ma per promuovere», è lo slogan dell'amministratore delegato di Eur SpA, Enrico Pazzali, il vero patron di tutta l'operazione). Al piano ammezzato «Stia attento ai cavi, stiamo sistemando le ultime cose»- il Forum: un'agorà polivalente per stand e spazi espositivi. E poi salendo le scale mobili a braccio unico più alte d'Europa, 95 gradini in 60 secondi di percorso, per 200 persone contemporaneamente eccoci, siamo dentro la Nuvola: uno spazio sospeso, avvolto in 14mila mq di telo in fibra di vetro, pari a due dirigibili Zeppelin. Wow. Lo sostanza di cui sono fatte le nuvole è rigida, ma elastica. Come i gonfiabili dei bambini, o le vele delle barche. Cucito dalla creatività più visionaria e dalla tecnologia più avveniristica. ICloud.
Dentro la Nuvola può metterci tutto. Anche un Auditorium interamente rivestito da pannelli di ciliegio rosso americano, appositamente curvati per offrire l'acustica migliore, per 1800 posti a sedere, su poltroncine Frau «rosso Fuksas», disegnate dalla moglie di Fuksas, Doriana, 1200 in platea e 600 in galleria. Applausi. Laggiù in fondo, sul palco, dove un domani gli amministratori delegati arringheranno i congressisti, stasera ci sarà la sindaca Raggi - che da paladina grillina anticubature si troverà a tagliare il nastro di un Centro congressi monstrum - e soprattutto, sopra a tutti, Matteo Renzi. È la volta buona che ci dice che è merito suo.
Noi, usciamo. Fuori dal Centro congressi - pensato come le scatole cinesi: una Teca, dentro la quale galleggia una Nuvola, dentro la quale si apre un Auditorium, dentro il quale prendono posto le persone, perché il centro di tutto, e il fine dell'architettura, è la Persona c'è l'Hotel La lama, da 440 camere e 50 milioni di euro. Si cerca compratore. Guardandolo di fronte, così affilato, in vetro scuro, stagliato contro il cielo azzurrissimo di oggi, sembra di essere a New York. O anche solo a Milano, Porta Nuova.
Poi ti giri. A destra hai la Teca e davanti intravedi il Colosseo Quadrato, cioè l'Eur. Senti l'addetta alle pulizie: Dottò, passi di là che sta ´sciugando c'è ´a festa e sai che sei qui, a Roma. Caput mundi e così mondana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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