L'intesa nel governo sul via libera all'introduzione dell'obbligo del green pass non c'è: slitta a domani la cabina di regia di maggioranza, inizialmente convocata per oggi, che dovrebbe definire la versione finale del decreto con le nuove misure anti-Covid da approvare in Consiglio dei ministri. Il presidente del Consiglio Mario Draghi lavora a una mediazione. Le posizioni tra i partiti restano distanti, soprattutto sulla norma per rendere obbligatorio il vaccino per gli insegnanti. È il fronte che spacca la maggioranza di governo. Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si sbilancia: «Ci troveremo questa settimana nel Consiglio dei ministri e sarà una decisione collegiale. Certamente io porterò i risultati del Cts, che ovviamente presenterò a tutti». Si schiera a favore il ministro della Salute Roberto Speranza: «Sui vaccini è inammissibile l'ambiguità da parte della politica». La Lega alza un muro: «Chi parla di green pass già per quest'estate per i nostri figli fa un danno enorme ai nostri figli e al sistema Italia, perché nessun ventenne avrà la seconda dose ben che vada prima dell'autunno. Occupiamoci di mettere in protezione i 70 e 80enni», ribatte Matteo Salvini.
L'alt scatena l'attacco del segretario del Pd Enrico Letta: «Le vaccinazioni non sono un optional e quando sento le parole di Salvini che ride e scherza su questo tema, credo che questo atteggiamento sia completamente irresponsabile». Si inserisce il leader di Italia Viva Matteo Renzi che va sulla posizione di Letta: «Se dobbiamo tornare in zona rossa, ci vada chi non è vaccinato. È l'unica strada per evitare l'obbligatorietà del vaccino». Palazzo Chigi opta per la linea della prudenza. Una linea che il ministro di Forza Italia Renato Brunetta sposa: «Occorre coniugare la responsabilità individuale alla salute collettiva e all'economia: non possiamo assolutamente permetterci nuovi lockdown». Un punto di caduta tra le forze di maggioranza potrebbe essere il via libera a un green pass graduale: un'opzione - anticipata dal Giornale nei giorni scorsi - sui cui si registra un asse tra Lega e M5S. «L'idea - chiarisce il sottosegretario alla Salute Andrea Costa - è quella di pensare a una modulazione e gradualità a seconda del quadro della regione».
Domani la decisione della cabina di regia. Mentre oggi alle 15 si riunirà la Conferenza Stato Regioni per fornire le proprie osservazioni. Nel prossimo decreto cambieranno i parametri per stabilire la fascia di rischio delle Regioni: si darà maggior peso agli ospedalizzati e alle terapie intensive. La norma allo studio prevede che si passerà in fascia gialla con il 5 % dei posti occupati nelle terapie intensive e del 10% nei reparti ordinari. In sintesi, una Regione che superi la soglia dei 50 casi su 100mila abitanti, per tre settimane di fila - criterio oltre il quale si entrerebbe in zona gialla - se rispondesse a questi criteri resterebbe bianca. Altra carne a cuocere viene messa sul fuoco da Marco Marin, capogruppo di Coraggio Italia alla Camera dei Deputati: «Speranza venga velocemente in Parlamento con le indicazioni del Cts perché la variante delta, come già ampiamente previsto, non è più alle porte ma è già arrivata». Draghi dovrà faticare tanto per trovare la quadra.
Lo schema della «soglia di rischio» riguarderà anche le ipotesi di un ritorno al coprifuoco o all'obbligo della mascherina all'aperto: il governo valuta di intervenire laddove si creino focolai o un'impennata del numero dei contagiati. Il decreto dovrebbe entrare in vigore a partire dal primo agosto. Lo stato di emergenza sarà prorogato per altri tre mesi: fino al 31 ottobre 2021.
Confermato l'obbligo della doppia dose per ottenere il green pass. Mentre per i viaggi all'estero le persone sprovviste del green pass (o con una sola dose di vaccino) dovranno effettuare due tamponi: partenza e rientro.
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