Dall'Europa, che sente ogni giorno di più la minaccia dello Stato islamico, il presidente americano Barack Obama ha chiesto ieri l'appoggio di un fronte internazionale per arginare l'avanzata degli estremisti in Irak ribadendo l'intenzione di voler «annientare e distruggere l'Isis». E Gran Bretagna e Francia hanno accennato alla possibilità di un intervento.
È davanti a una Camera dei Comuni cupa che ha parlato ieri David Cameron. Soltanto poche ore prima, gli estremisti dello Stato islamico avevano messo online il video della decapitazione di un secondo giornalista americano, Steven Sotloff, 31 anni, e minacciato l'esecuzione di un ostaggio britannico. «Un Paese come il nostro non sarà intimidito da questi barbari assassini», ha detto il premier britannico.
Se martedì un sondaggio ComRes per il quotidiano Independent raccontava come soltanto un cittadino su tre sarebbe favorevole a raid aerei del Regno Unito contro gli estremisti, le immagini di un britannico minacciato dallo Stato islamico sono destinate a far aumentare il peso dell'opinione pubblica sulla strategia del governo di Londra. Deputati insistono che una decisione riguardo a un possibile intervento aereo non è stata ancora presa, ma ieri il ministro degli Esteri Philip Hammond ha assicurato che sarà «considerata ogni possibile opzione per proteggere questa persona».
Già all'inizio della settimana, prima della rivelazione del macabro video dello Stato islamico, il premier Cameron aveva accennato alla possibilità che l'aviazione britannica possa unirsi a quella americana sui cieli dell'Irak, anche senza l'approvazione del Parlamento: «Se occorresse agire urgentemente per proteggere un particolare interesse nazionale britannico o prevenire una catastrofe umanitaria, potrebbe essere necessario agire e poi andare in Parlamento», ha spiegato lunedì, definendo la strategia americana dei raid contro le postazione dello Stato islamico «la via giusta per affrontare il problema».
Così, la Gran Bretagna valuta in queste ore la possibilità d'entrare a far parte di una coalizione militare internazionale - auspicata da Obama - che miri ad arginare l'avanzata degli estremisti e cui potrebbe aggiungersi anche la Francia del presidente François Hollande, che proprio ieri ha sottolineato «l'importanza di una risposta politica, umanitaria e se necessario militare nel rispetto del diritto internazionale» alla crisi.
Finora, soltanto gli Stati Uniti hanno portato a termine raid aerei contro lo Stato islamico in Irak, non in Siria, dove conducono invece sorvoli di ricognizione. La Gran Bretagna ha fornito armi ai combattenti curdi peshmerga, nel Nord del Paese, intenti a bloccare l'avanzata dei miliziani islamisti, e la sua aviazione ha paracadutato aiuti alle minoranze irachene assediate nelle scorse settimane dallo Stato islamico. Il Regno Unito sente però che la minaccia degli estremisti - centinaia dei quali partiti dalle sue città - potrebbe materializzarsi anche in Europa.
E non è un caso che ieri il primo ministro abbia promesso d'aumentare le pressioni sui governi del G8 affinché tutti rispettino l'accordo di non pagare riscatti agli estremisti per la liberazione di ostaggi. Cameron e il suo esecutivo, infatti, temono che i milioni intascati dai gruppi terroristici in Irak e Siria possano essere usati per organizzare attentati contro la Gran Bretagna o altri Paesi europei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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