Oggi liberi 8 ostaggi. Ansia per i Bibas

Israele intima ad Hamas di dare notizie sulla famiglia simbolo dei rapiti del 7 ottobre

Oggi liberi 8 ostaggi. Ansia per i Bibas
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Tre ostaggi israeliani e 5 thailandesi saranno liberati stamattina presto, in attesa di altri tre sabato. Si tratta di Arbel Yehud, 29 anni, la giovane civile israelo-tedesca in mano alla Jihad islamica e che avrebbe dovuto ritornare a casa sabato scorso ma non è stata rilasciata ed è apparsa in un video di propaganda tre giorni fa. Con lei tornerà in Israele anche la soldata Agam Berger, 19 anni, e l'anziano Gadi Moshe Mozes, che ha compiuto 80 anni in cattività. Nel frattempo, nelle ultime 72 ore, oltre 500mila sfollati palestinesi sono rientrati nel nord di Gaza. La tregua sta reggendo nella Striscia di Gaza a quasi due settimane dal suo inizio, facendo ben sperare per il completamento di questa prima fase di cessate il fuoco, nonostante i rischi siano dietro l'angolo e resti l'incertezza sui nomi degli 8 ostaggi morti sui 33 da liberare in queste prime sei settimane. Si spera, ma tra le vittime si teme ci sia l'intera famiglia Bibas, i fratellini Kfir, 2 anni, e Ariel, 5 anni, con la mamma Shiri. Per avere notizie certe sul loro destino, Israele ha inviato ad Hamas un messaggio perentorio, chiedendo una «risposta chiara». Hamas aveva annunciato la morte di tutti e tre sotto le bombe israeliane un anno fa ma l'intelligence israeliana non ha mai confermato la circostanza. Il padre, rapito anche lui il 7 ottobre, dovrebbe essere tra i rilasciati in questa prima fase dell'accordo.

Da domenica Benjamin Netanyahu sarà negli Stati Uniti, dove martedì incontrerà Donald Trump alla Casa Bianca, per poi rientrare in patria giovedì. L'agenda del premier israeliano non è nota, salvo l'incontro con il presidente americano, che con il suo piano per trasferire un milione e mezzo di palestinesi in Giordania ed Egitto ha creato già scompiglio. Il presidente egiziano Al Sisi lo ha definito «un'ingiustizia», ma si è detto disponibile a collaborare con Trump per arrivare a una pace che si basi sulla soluzione a due Stati. In attesa dell'arrivo di Netanyahu negli Usa, l'inviato di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, ieri ha visitato il corridoio Netzarim (che divide in due la Striscia di Gaza, da nord a sud, ed è presidiato dall'esercito israeliano) «per vedere da vicino» anche come sta operando la compagnia di sicurezza americana impegnata insieme ad altre nel controllo dei veicoli palestinesi. Il ritorno dei palestinesi nelle proprie case, in gran parte distrutte, e la liberazione degli ostaggi sta funzionando. Come previsto, Hamas ha annunciato con 24 ore di anticipo i nomi dei tre ostaggi rilasciati oggi, mentre una delegazione veniva accolta dal presidente Erdogan in Turchia, Paese che con il Qatar ha annunciato di voler ospitare i palestinesi scarcerati, anche se condannati per omicidio. Liberi oggi anche 5 ostaggi thailandesi sugli otto ancora a Gaza, insieme a un nepalese e un tanzaniano (morto come altri due thailandesi).

Scontro durissimo, intanto, sull'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, con cui Israele ha deciso di tagliare i legami, chiedendole di lasciare Gerusalemme entro

oggi, e accusandola di essere equivalente ad Hamas perché occupa 1200 miliziani. Il segretario generale Onu, Antonio Guterres, chiede a Israele di ritirare l'ordine, ma gli Stati Uniti fanno sapere di sostenere la decisione.

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