Ok al dl Semplificazioni Brunetta: "Ora l'Italia potrà cambiare passo"

Draghi prevale sulle resistenze del sindacato. Sblocco dei subappalti, la soglia sale al 50%

Ok al dl Semplificazioni Brunetta: "Ora l'Italia potrà cambiare passo"

Draghi tira dritto sui subappalti. La bozza del decreto Semplificazioni entrata ieri in Consiglio dei ministri prevede, infatti, che «fino al 31 ottobre 2021 il subappalto non può superare la quota del 50% dell'importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture». Dopo una lunga trattativa con il sindacato e con la maggioranza, la quota limite del subappalto viene dunque elevata per cinque mesi dal 40 al 50%, poi si sbloccherà. Occorre ricordare che i vincoli finora esistenti hanno causato all'Italia una procedura d'infrazione comunitaria. In ogni caso, il subappaltatore dovrà «garantire gli stessi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto» e riconoscere ai lavoratori lo stesso stipendio «che avrebbe garantito il contraente principale», cioè applicare gli stessi contratti di lavoro. La cifra del compromesso è l'eliminazione del limite del 20%, del ribasso massimo praticabile al subappaltatore. Contentino anche per Enrico Letta con la norma che riserva un 30% di assunzioni a giovani e donne.

Ma il decreto Semplificazioni, di cui è estensore il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta che ha curato il dossier, ha una valenza simbolica che supera le singole questioni di merito. Infatti presuppone una «rivoluzione copernicana» dei tempi della burocrazia per garantire velocità nell'attuazione del Pnrr. «L'Italia cambia passo, una Pa semplice al servizio di cittadini e imprese», ha dichiarato Brunetta sottolineando che «innoviamo, abbandonando le logiche di sempre e intervenendo sui principali colli di bottiglia». A partire proprio dalla transizione energetica. Il Pnrr, infatti, finanzia con circa 70 miliardi la svolta green. Ma per mettere in pratica i progetti arriva la «Via veloce», ossia una procedura rapida per la Valutazione dell'impatto ambientale veloce legata a queste opere che il governo ritiene indispensabili per il rilancio economico e occupazionale. Dimezzati i tempi per il rilascio della Via: dagli attuali 360 giorni della procedura ordinaria a 175 giorni. La nuova procedura fa leva su quattro pilastri principali tra i quali la nomina di una commissione ad hoc sui progetti Pnrr e Pniec (Piano energia clima 2030), l'affidamento del potere decisionale al ministero della Transizione energetica (di concerto con quello della Cultura) e il riconoscimento di un rimborso degli oneri istruttori pagati dal proponente (in caso di mancato rispetto dei termini) e di un potere sostitutivo (in caso di inerzia).

Accelerazione anche sul versante del Superbonus 110% per il quale - come per il bonus facciate - non sarà più necessaria l'attestazione dello stato legittimo. Gli interventi previsti per efficientamento energetico potranno essere realizzati con una Cila (comunicazione inizio lavori asseverata). Si stima un risparmio di 3 mesi di tempo per gli immobili oggetto di verifica e di 110 milioni di euro di oneri.

Anche in tema di banda larga vengono tagliati i tempi delle procedure da 250-300 giorni a massimo 90, decorsi i quali matura il silenzio-assenso o può essere esercitato il potere sostitutivo da parte del governo. Passi in avanti anche per l'anagrafe digitale: la certificazione telematica sarà esente da imposta di bollo e diritti di segreteria e, in ogni caso, senza oneri.

La digitalizzazione consentirà a cittadini e imprese di ottenere l'attestazione di accoglimento della domanda (o di autocertificarlo) anche in caso di silenzio-assenso. Il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha invece sbloccato l'impasse con la Regioni sulla governance del Pnrr coinvolgendoli nei processi legislativi.

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