Il video sembra inattaccabile: realizzare il reddito di cittadinanza è possibile. Firmato: Milena Gabanelli. «Fate vedere il servizio di Dataroom a tutti quelli che vi dicono che non si può fare», urla la grillina Laura Ferrara su Facebook. Sembra la svolta: la famosa giornalista sbugiarda chi critica il progetto di welfare del Movimento. Un filmato di due minuti in cui la Gabanelli mostra i punti salienti della proposta pentastellata per i poveri e spiega che «secondo la Ragioneria dello Stato» si tratta di un «piano credibile». Peccato si tratti di un falso. O meglio: di una sapiente manipolazione del M5s.
Ieri pomeriggio sulla sua pagina Facebook la «portavoce» all'Europarlamento pubblica un breve filmato tratto da una datata inchiesta dell'ex conduttrice di Report. Il titolo è inequivocabile: «Il reddito di cittadinanza è credibile? La Ragioneria dello Stato ha detto sì». In poche ore il post riceve migliaia di like e inizia a girare su pagine grillini. È lo spot perfetto per il cavallo di battaglia elettorale, ma si tratta di un'enorme bufala a Cinque Stelle. Già, perché il video caricato dall'eurodeputata non è solo un estratto dell'originale pubblicato dal Corriere, ma il prodotto di un accurato «taglia e cuci». L'obiettivo? Cancellare le riserve espresse dalla Gabanelli sul reddito di cittadinanza.
Per smascherare il tarocco basta confrontare il filmato apparso sui canali pentastellati con quello autentico. La contraffazione è grossolana (e imbarazzante). Nell'estratto prodotto dalla propaganda grillina la giornalista presenta le coperture ideate dal M5s per finanziare il piano. «Dove si trovano questi 17 miliardi?», si chiede. «Da nuove tasse su banche assicurazioni e concessioni. Ma il grosso è spendendo meno nella pubblica amministrazione e poi tagli a vitalizi, indennità, detrazioni, enti inutili, mance».
Messa così, sembrerebbe la pubblicità perfetta. Peccato che nella versione originale la Gabanelli faccia notare come quelle «nuove tasse» le banche e le assicurazioni «poi magari le scaricano aumentando i costi sui cittadini». Un punto a sfavore per Di Maio e soci. Che così hanno preferito dare una sforbiciata al video. Non solo. Perché se il filmato falsificato si conclude con un «i tecnici della Ragioneria hanno detto sì», lasciando intendere che la giornalista dia il suo appoggio alla manovra, in realtà nel minuto successivo (censurato dal M5s) l'ex conduttrice di Report spiega che «tutti i Paesi europei hanno messo cifre ben più consistenti per contenere la povertà» ma «dentro a piani strutturati che comprendono contemporaneamente la creazione di posti di lavoro e la lotta all'evasione fiscale». Un «piano complessivo» che però «in questa campagna elettorale nessun partito ha». Neppure il Movimento cinque stelle.
Per non farsi mancare nulla, il M5s ha ben pensato di oscurare anche la parte in cui Gabanelli sottolineava come «la povertà» fosse diventata «il tema caldo» della battaglia delle urne, visto che gli indigenti «sono 4,7 milioni e magari votano». Censura inspiegabile, forse per non far cadere l'ascoltatore nel rischio di pensare che quella massa di elettori (magari nel Sud a basso reddito) abbia scelto i Cinque stelle attratta dalle sirene di un lauto assegno di disoccupazione.
Non è un caso, comunque, se il Movimento ha scelto la Gabanelli per dare una spinta ad reddito di cittadinanza.
Sin dai tempi di Report gode di ottima stima tra gli attivisti, tanto da risultare la più votata alle Quirinarie del 2013. Lei si disse «onorata», ma poi rinunciò alla candidatura a capo dello Stato. E cinque anni dopo si ritrova donna immagine (inconsapevole) del governo (ipotetico) di Di Maio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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