Ok della Ue: ecco i soldi per la guerra

Roma La Commissione europea impiega nemmeno 24 ore ad accogliere la richiesta francese di scontare le spese anti-terrorismo dal deficit. «È evidente - osserva Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue - che queste non possono essere trattate allo stesso modo in cui vengono trattate le spese ordinarie dal Patto di Stabilità. Servono mezzi straordinari per risposte straordinarie. Ovviamente - aggiunge - vale anche per tutti gli altri Paesi europei».Insomma, così come aveva chiesto François Hollande, le spese per la sicurezza non verranno conteggiate nel deficit. «La priorità è il Patto di sicurezza - aveva detto il presidente francese - non quello di Stabilità». Matteo Renzi coglie la palla al balzo. Alle telecamere di Sky confida che quella di Hollande «è stata una nostra proposta da tempo. Quello che vale per la Francia, vale anche per l'Italia». E ricorda che quando propose di defalcare dai conti i costi per l sicurezza, gli venne risposto che «era una proposta esagerata. Ora le cose cambiano. Sarebbe assurdo il contrario». E rivela che nei prossimi 15 giorni verrà presentato un emendamento alla legge di Stabilità che aumenta le risorse per la sicurezza. A questo punto, il problema è definire a livello europeo quali saranno le spese che potranno non essere calcolate nel deficit. Quelle aggiuntive, rispetto a quelle definite nelle leggi di Bilancio? O quelle che possono essere ricondotte tout court alla guerra contro il terrorismo? Forse è per questo, in attesa di una definizione europea, che il presidente del Consiglio prende tempo prima di presentare l'emendamento che aumenta le risorse per la lotta all'Isis. Prima delle aperture di Juncker, le risorse aggiuntive che l'Italia pensava di sbloccare erano nell'ordine di 120/150 milioni di euro. Ma sarebbero servite soprattutto per pagare gli straordinari ad agenti di Ps, carabinieri e militari.In realtà, la Francia ha invocato l'articolo 42.7 del Trattato di Lisbona. E l'Italia, da un punto di vista politico, lo ha condiviso. Vale a dire che (sempre politicamente, al momento) si è impegnata ad intervenire al fianco di Parigi. Se questo impegno coinvolgerà le Forze armate, è ancora da verificare: dovrà essere frutto di un accordo bilaterale fra i due paesi (lo prevede l'articolo del Trattato). «Prima di bombardare - dice Renzi - bisogna conoscere i target».Ma soprattutto quali spese sarà possibile «scontare» dal deficit? Perché sotto la voce «lotta al terrorismo internazionale» l'Italia fa rientrare l'intero decreto Missioni: 1,4 miliardi di euro.

Dal quale potrebbero essere «esfiltrate» le somme destinate alla Cooperazione internazionale, poco più di un centinaio di milioni all'anno. Senza considerare le eventuali spese aggiuntive determinate dalla richiesta francese. Insomma, non è lo «zero virgola» di cui parla Renzi.

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