Parlare di quinta ondata è eccessivo. Ma dire che quella in corso è una ripresa della quarta ondata purtroppo sintetizza alla perfezione quello che sta accadendo. Una crescita dei contagi (32.573 quelli di ieri e 60.415 quelli registrati domenica) che coglie tutti di sorpresa. Mentre si chiudono gli hub vaccinali e si esce dalle misure emergenziali, il virus riprende a circolare, anche tra chi si era ammalato a gennaio. La sottovariante Omicron 2 è «il 30% più contagiosa di Omicron, si avvicina al morbillo e alla varicella ma chi ha la tripla dose è protetto dalle forme gravi - spiega il direttore dell'Irccs Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco -. Purtroppo chi ha avuto il Covid con l'ondata Omicron di dicembre oggi può reinfettarsi, parliamo di una quota di un 10%».
La sottovariante Omicron è molto veloce ma meno aggressiva. Questo spiega il motivo per cui il numero dei ricoveri, seppur in crescita, sia ancora molto contenuto, tanto da giustificare la scelta del governo di allentare le misure di contenimento, sciogliendo il tavolo degli esperti. Almeno per ora. In ospedale ci sono in tutto meno di 9mila pazienti, 298 ricoverati ieri. Ma sono in calo i casi da terapia intensiva, in tutto 463 persone.
Cosa vuol dire che Omicron ha una contagiosità pari a quella del morbillo? «Vuol dire che una persona non vaccinata ne può infettare 18 - puntualizza Mauro Pistello, direttore dell'unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia - Stiamo vedendo nei tamponi effettuati alti livelli di carica virale. Vuol dire che il virus sta replicando molto e questo è dovuto sia alla sua costruzione sia al fatto che si posiziona nelle vie aeree superiori che gli permettono di essere particolarmente aggressivo. In più, in questo momento c'è un calo di attenzione e assistiamo anche a una quota di soggetti con una maggiore suscettibilità».
E d'accordo rilassarsi ma bisogna tener conto da un lato che la copertura della quarta dose di vaccino per molti volge alla scadenza e che tutti gli over 50 che non hanno fatto la dose booster rischiano di contrarre forme gravi. «Non dobbiamo sottovalutare il ruolo della vaccinazione completa che, anche mentre Omicron 2 galoppa, resta uno scudo solido contro complicanze, ricovero e morte. Però - fa notare Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all'università del Salento - purtroppo, se ci mettiamo a fare due conti, vediamo che ci sono ancora diversi milioni di italiani suscettibili. E poi abbiamo ancora tantissimi bambini e adolescenti, milioni, che non sono vaccinati e alimentano la circolazione virale più importante». Se tra aprile e maggio i non vaccinati torneranno a frequentare locali e ristoranti, può anche essere che la ripresa dei focolai sia più rapida.
Gli esperti cominciano a porsi qualche domanda sull'allentamento delle misure, non del tutto giustificato dai dati epidemiologici e sanitari. A sollevare i dubbi è il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le applicazioni del calcolo M.Picone del Cnr.
«Con l'aumento dell'occupazione ospedaliera in più della metà delle regioni/province autonome italiane, un livello nazionale di incidenza di positivi nella settimana scorsa di circa 800 casi per 100mila abitanti, ritengo che sia inopportuno che alcune delle misure vengano eliminate dal primo aprile o dal primo maggio».
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