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Omicron 2? È più contagiosa ma meno letale. Possibile la reinfezione con altre sottovarianti

Gli scienziati Usa: "Si diffonderà velocemente e diventerà dominante"

Omicron 2? È più contagiosa ma meno letale. Possibile la reinfezione con altre sottovarianti

La variante Omicron (B.1.1.529) è stata segnalata per la prima volta all'Organizzazione Mondiale della Sanità, Oms, lo scorso 24 novembre e si è diffusa in 149 paesi a partire dal 6 gennaio di quest'anno. L'insolito numero di mutazioni sulla proteina spike, incluso il dominio di legame del recettore (RDB) con la maggiore trasmissibilità ed eventuale fuga immunitaria, ha destato allarme. Solo dopo pochi giorni, il 7 dicembre, gli scienziati hanno identificato ufficialmente un ceppo correlato: BA.2 con una differenza di circa 40 mutazioni da BA.1, ma legata a così pochi casi di Covid da non destare particolare interesse. Per gli scienziati ha rappresentato al momento una delle tante varianti non preoccupanti ma già dopo qualche settimana Mark Zeller, scienziato dello Scripps Research Institute a la Jolla in California, ha affermato di essere «abbastanza sicuro che sarà ovunque nel mondo, che si diffonderà e sarà presto la variante dominante nella maggior parte dei paesi, se non in tutti». Ben presto un rapporto del Regno Unito e un ampio studio in famiglie danesi ha evidenziato che la variante BA.2 di Omicron è più trasmissibile di BA.1, ma non più pericolosa. Per Trevor Bedford, biologo computazionale del Fred Hutchinson Cancer Research Center a Seattle, la neo-variante potrebbe «creare una coda di circolazione di Omicron più lunga rispetto a quanto sarebbe accaduto solo con BA.1». A ben guardare, la previsione di fine gennaio, si sta rivelando indovinata, dato che la percentuale di casi è in aumento in tanti paesi e oramai identificata in oltre 50. Per quanto riguarda la trasmissibilità, infatti, lo studio condotto in Danimarca, evidenzia che nelle famiglie in cui il primo caso è stato BA.1 si è infettato in media il 29% delle altre persone del nucleo familiare mentre si è arrivati al 39% per BA.2. Quest'ultimo potrebbe anche essere più capace di schivare la protezione dei vaccini: la possibilità di infezione anche dopo booster è 3 volte maggiore rispetto a Omicron BA.1. Tuttavia, la buona notizia è che le persone vaccinate con il richiamo hanno circa lo stesso livello di protezione contro i sintomi, se non maggiore (rispettivamente 63% BA.1 e 70% BA.2). Come riporta la rivista Science gli scienziati stanno cercando la risposta a due ulteriori questioni: la prima riguarda la possibilità di infettarsi dopo esser stati già contagiati da Omicron BA.1 anche se vaccinati e sembra che ci sia comunque una qualche possibilità. La seconda domanda riguarda invece la classificazione di BA.2, perchè la distanza tra le 2 sottovarianti di Omicron è simile a quella che c'è tra le varie Alfa o Beta o Gamma, tanto che alcuni pensano che BA.2 non dovrebbe esser considerata Omicron ma una variante a sé.

La maggior parte delle differenze si trovano in un'area della proteina spike, chiamata dominio N-terminale (NTD), che ospita i bersagli anticorpali. Ma una differenza NTD, una delezione degli amminoacidi 69 e 70 (presente in BA.1 e non in BA.2), potrebbe fornire ai ricercatori uno strumento per monitorare la diffusione della sottovariante di Omicron.

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