La mascherina in ufficio probabilmente andrà indossata per tutta l'estate. L'altissimo livello di contagio di Omicron fa paura ai datori di lavoro che si preoccupano non tanto della pericolosità del contagio, quanto dalla quarantena che potrebbe decimare gli uffici operativi durante le ferie.
Fino al 30 giugno comunque resiste l'obbligo ma solo nel settore privato, perché nella Pubblica amministrazione è già stata abolito. Dunque, le regole da fissare dal primo luglio saranno definite dalle parti sociali, sindacati e datori di lavoro che si incontreranno proprio a fine giugno. Non ci sono stati invece ripensamenti da Roberto Speranza. Ieri, in un incontro tecnico tra ministero del Lavoro, della Salute e Inail è stato valutato un aggiornamento del protocollo di sicurezza anti-Covid nei luoghi di lavoro ma dal ministero è stata ribadita solo «la forte raccomandazione» di utilizzare la mascherina dove gli spazi al chiuso non consentano misure di distanziamento adeguate. Persino Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità ritiene che non sia più il momento dei divieti ma vada rafforzato il concetto di responsabilità individuale di ogni cittadino.
Insomma, l'ultima parola ora passa agli italiani che ogni giorno devono però scorrere i numeri a volte poco rassicuranti. Il presidente dell'Iss, Silvo Brusaferro, ricorda che siamo ancora in fase pandemica, la curva è in salita «e crescerà ancora» con l'incidenza che nell'ultimo bollettino settimanale è arrivata a 504 casi per 100mila abitanti con l'Rt a 1,07, quindi di nuovo al di sopra dell'unità. Ma nonostante siano in lieve risalita ricoveri e terapie intensive, il tasso di occupazione è ben al di sotto della soglia critica. Ieri, come ogni lunedì, i numeri sono più contenuti rispetto i giorni precedenti. I nuovi casi di Covid si fermano a 24.747, 341 i ricoveri, sette le terapie intensive.
Segno che questa ondata estiva non si è ancora smorzata com'è invece accaduto in Portogallo, primo paese investito dall'ondata BA.4-BA.5 all'inizio di maggio, che ha toccato un picco nei primi giorni di giugno e il numero dei contagi ora sta tornando ai valori precedenti senza necessità di particolari restrizioni.
Anche l'Italia, mentre spera in una fase di remissione del virus, guarda soprattutto a cosa succederà in autunno con il nuovo vaccino. Per ora si sa solo che sarà approvato da Ema i primi di settembre e che arriveranno centinaia di migliaia di dosi sul mercato già a metà mese visto che le aziende stanno già producendo a rischio il prodotto. Probabilmente sarà un vaccino bivalente che conterrà Omicron 1 e il ceppo originario del virus. Gli studi clinici preliminari saranno presentati oggi al Comitato consultivo dell'americana Fda. I nuovi preparati producono il doppio degli anticorpi neutralizzanti contro Omicron 1. Ma su Omicron 5 anche questo nuovo preparato perde di potenza, fino a un terzo rispetto alla variante numero 1. Se il virus non dovesse cambiare, però, Pfizer ha pronto anche un vaccino specifico solo su Omicron 5. E non è detto che in autunno questo virus non si sia già modificato per l'ennesima volta.
Dunque, fino a che punto serve inseguire il virus? «Oltre un certo limite è inutile farlo spiega Marco Cavaleri, capo della strategia dei vaccini dell'Ema .
L'importante è garantire la protezione ospedaliera. Anche se i nuovi vaccini non combaciano perfettamente con le varianti, servirà soprattutto per gli over 60 e i fragili un richiamo per la protezione dalla malattia grave».
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