Come in un match di boxe, dopo tanti pugni presi dal coronavirus (lockdown in Austria e Slovacchia, contagi in aumento in Germania e resto d'Europa), ecco il colpo del Ko: la variante Omicron. Le borse a picco e dubbi sui vaccini. Ma è proprio così? In realtà, dopo la paura iniziale, sostenuta dall'inevitabile recrudescenza invernale del virus e la ritrosia di tanti alla vaccinazione, ci si muove fra ipotesi e alcune possono risultare meno drammatiche di venerdì. Gli stessi esperti, infatti, gettano acqua sul fuoco, perché «non ci sono ragioni scientifiche per questo allarme. C'è una forma virulenta di comunicazione, che rasenta l'isteria. Dal punto di vista virologico serve uno studio accurato e qualche settimana per valutare gli effetti sui vaccinati. Per ora abbiamo il sospetto che sia più contagioso ma saranno gli esperimenti a dirci se è più virulento, ma potrebbe anche esserlo meno», afferma Giorgio Palù presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Tanto che «alcuni colleghi mi stanno dicendo che questo soggetti sono in prevalenza paucisintomatici», quindi lievi.
SINTOMI
E proprio questo è il primo raggio di sole nella tempesta, che sottolinea lo stesso Palù: le persone contagiate «non hanno sintomi come la mancanza di olfatto, hanno mal di testa, cefalea e qualche rialzo febbrile, staremo a vedere». E la prima ad evidenziarlo è stata proprio Angelique Coetzee, presidente della Associazione dei medici del Sudafrica: «Omicron provoca una malattia leggera senza sintomi importanti» e quindi non bisogna farsi «inutilmente prendere dal panico». L'esperta afferma di aver osservato per la prima volta la variante in un uomo sulla trentina che accusava stanchezza e un lieve mal di testa, ma nessuno dei soliti sintomi del coronavirus. «Ciò che stiamo vedendo clinicamente in Sudafrica, e ricordo che sono nell'epicentro - sottolinea - è estremamente blando. Per noi sono casi lievi. Tra due settimane forse diremo qualcosa di diverso». Inoltre a differenza del Delta, finora i pazienti non hanno riportato perdita di olfatto o di gusto e non c'è stato un grande calo dei livelli di ossigeno ma soprattutto stanchezza. Quasi la metà dei pazienti con i sintomi dell'Omicron trattati non erano vaccinati.
CONTAGIO
Ma B1.1.529 è davvero più contagiosa? Per adesso l'ipotesi si basa sull'aumento del 258% di contagi in Sudafrica in una settimana, di cui il 90% per la nuova variante ma serve ancora tempo per la certezza. C'è poi la questione sull'età delle persone colpite. Nonostante molti asintomatici, numerosi giovani lamentano soprattutto dolore diffuso e stanchezza. Però al primo posto della preoccupazione restano le persone anziane con malattie concomitanti, per le quali è fondamentale sempre la vaccinazione, e quelle ancora indecise soprattutto in un Paese, che ha coperto con la doppia dose appena il 23,6% della popolazione e il Botswana circa il 20%, Ma la media in Africa è del 6% e ha tante zone con meno dell'1% dal Ciad al Gambia alla Tanzania.
LA PROTEZIONE DEL VACCINO
E proprio il vaccino continua a essere l'arma principale contro il virus, nonostante le mutazioni vecchie o nuove perchè, come sottolinea Rudo Mathiva, direttore della terapia intensiva dell'Ospedale Baragwanatah, «tra i ricoverati il 65% non è vaccinato e la maggior parte degli altri hanno solo una dose». Dunque la preoccupazione principale è che, nonostante B1.1.529 presenti tutte le mutazioni conosciute fino a oggi, l'efficacia vaccinale resti affidabile. Omicron più contagioso e «forse ci può essere una riduzione ma non un azzeramento della forza del vaccino», ipotizza il noto virologo, Fabrizio Pregliasco, quindi dovrebbe restare valida la protezione dalla malattia grave e dal decesso e comunque Pfizer e Moderna sono già pronte «in cento giorni» a produrne uno aggiornato.
PERIODO DI ORIGINE
Infine una ipotesi, che potrebbe essere un'ottima notizia: Omicron - stando agli studi preliminari condotti in Sudafrica - potrebbe essere presente già dallo scorso luglio-agosto e quindi avrebbe contagiato diffusamente in larga parte del globo.
Ciò potrebbe significare che le difese funzionano bene così come i vaccini e quindi bisogna continuare con la copertura della popolazione, con le terze dose, soprattutto in Italia per fronteggiare la Delta, e dare un'accelerata alla campagna vaccinale globale, al fine di frenare future mutazioni.
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