Più che un assedio, sembra una partita a scacchi. Il virus avanza, casella dopo casella, sempre più imprevedibile. Come un giocatore consumato. Colpisce l'argenteria del Palazzo, paralizza le commissioni, si insinua nei saloni austeri della Consulta.
C'è qualcosa di perfido nel cammino quasi inarrestabile del contagio. È positiva Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute. È positivo il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo e ci sono quattro tamponi con esito sfortunato alla Corte Costituzionale che si presume sia non solo il sacro tempio del diritto ma anche uno dei luoghi istituzionali più presidiati del Paese. Niente. Il nemico passa da tutte le parti e mette progressivamente in crisi il funzionamento del Parlamento, mentre si scopre che è positivo anche il direttore della Stampa, Massimo Giannini ed emergono casi tra i giornalisti Rai, al Tg1 e al Tg2.
Altro che negazionisti. Sono vittime pure loro - da Trump in giù - dell'epidemia, ma anche chi ha preso tutte le sacrosante precauzioni viene afferrato dal drago arrivato dalla Cina. Lorenzin è sbalordita: «Ho la febbre e mal di gola, io sto sempre attenta ma sono rimasta contagiata. Questo virus è proprio una bestiaccia. È incredibile quello che è accaduto: io porto sempre la mascherina». Eppure è successo. E lei, in chiave detective, azzarda un'ipotesi: «Io metto gli occhiali per leggere, potrei aver toccato qualcosa o poggiato gli occhiali. Non so».
Risultato: si ferma la Commissione Bilancio della Camera e non solo quella. Va in tilt anche la commissione Esteri di Montecitorio, causa «inciampo» di Merlo.
La politica assomiglia al calcio: si gioca a zona, nel senso che si va avanti a singhiozzo, qua sì ma là no. Col rischio per ora strisciante di un blocco totale, fra screening di gruppo, sospensioni, rinvii.
I casi sono tanti, sempre di più. I due senatori Cinque stelle, Berlusconi che è stato ricoverato al San Raffaele, ora Lorenzin e Merlo. Anche lui pare non capacitarsi dell'evoluzione della crisi: «Probabilmente mi ha contagiato il mio autista. Prima ha avuto la febbre lui, poi io. Io indosso sempre la mascherina, anche in macchina, ma forse bisognerebbe iniziare a fare come i taxi, mettere cioè una barriera fra autista e passeggero».
La malattia, sfuggente, arriva anche in redazione e fra i custodi della Costituzione. Anche qui il virus si era affacciato ai tempi della prima ondata - peraltro mai finita in attesa della seconda - aggredendo, sia pure in modo non grave Marta Cartabia, la prima presidente dell'autorevolissimo consesso. Ora ci risiamo. Ci sono 4 casi e allora, con tanto di decreto, viene rinviata l'udienza prevista per oggi in cui si sarebbe discusso anche delle unioni civili fra due donne e in particolare ci si sarebbe focalizzati su un tema spigoloso: se un figlio concepito all'estero con fecondazione assistita possa avere due madri.
Se ne riparlerà. Ma intanto il virus semina scompiglio un po' ovunque. Si scopre che c'e un cluster in un ristorante di Terracina dove Salvini era andato due settimane fa, in una delle infinite tappe della sua campagna elettorale. Per la verità tutta la provincia di Latina ha numeri sempre più brutti, con una crescita preoccupante dei contagi. Ma si registra un focolaio importante al Tordo di Terracina e ci si concentra sulla cena elettorale del 25 settembre, presente il leader della Lega corso a sostenere il candidato sindaco Valentino Giuliani. Fra un piatto e il comizio, molti avrebbero abbassato la mascherina, commettendo un errore imperdonabile.
Insomma, il governo insegue il virus e il virus insegue la politica tutta. E non solo quella. «Dopo un sabato di tosse - annuncia il direttore della Stampa Massimo Giannini - ho fatto un tampone e sono positivo». La redazione viene svuotata per la canonica sanificazione. «Ringrazio tutti per l'affetto dimostrato - prosegue Giannini - ci stiamo organizzando e domani ci saremo. Ma attenti: il virus c'è e dobbiamo usare tutte le precauzioni».
È una battaglia logorante quella che si combatte in queste ore. Non solo in Italia. Anche Ursula von der Leyen è stata sfiorata dall'epidemia.
«Ho partecipato ad una riunione - afferma la presidente della Commissione europea - in cui c'era una persona che poi è risultata positiva. Per questo mi sono messa in auto isolamento». Anche se il tampone è negativo. Siamo solo all'inizio dell'autunno, ma l'incertezza si fa già precarietà. E i palazzi si fanno silenziosi. Come gusci vuoti.
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