Ong, schiaffo di Giorgia a Berlino

Meloni scrive a Scholz: "Stupita dai finanziamenti del tuo governo". In arrivo un nuovo decreto

Ong, schiaffo di Giorgia a Berlino
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Si scrive stupore, si legge sdegno. Anche perché dietro la scelta della Germania di finanziare le Ong coinvolte nella tratta dei migranti verso l'Italia si nasconde una torbida miscellanea di interessi politici, religiosi e personali. Non ultima la relazione sentimentale tra la verde Katrin Eckardt, vice-presidente del Parlamento tedesco e Thies Gundlach, un ex-teologo protestante oggi dirigente di United4Rescue l'organizzazione delle Chiese Evangeliche che distribuisce alle Ong i fondi amministrati da un ministero degli Esteri tedesco guidato dalla Verde Annalena Baerbock.

Per capire quanto la sorpresa di Giorgia Meloni sia anche (o soprattutto) indignazione basta la lettera che la nostra premier ha indirizzato al Cancelliere tedesco Olaf Scholz (nel tondo). «Ho appreso con stupore - scrive la Meloni - che il tuo governo - in modo non coordinato con il governo italiano - avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell'accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi». Anche perché «il finanziamento alle navi delle Ong - ricorda la Meloni - ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precari» e «incrementa il rischio di nuove tragedie in mare». E allo sdegnato stupore della premier s'aggiunge quello di Matteo Salvini. «È una vergogna, un oltraggio e un atto ostile - tuona il ministro - che Paesi stranieri finanzino associazioni private straniere per portare immigrati clandestini in Italia». Berlino si limita a dire: «Ricevuto. Risponderemo». Ma al di là delle reazioni del nostro esecutivo è interessante capire come nasca la decisione tedesca. E a chi vadano i due milioni di euro che il ministero degli Esteri di Berlino distribuirà alle navi Ong nel triennio 2023- 2026. Anche perché i fondi approvati dal Bundestag a novembre sono rimasti fin qui bloccati per un evidente doppio pudore. Il sì del Bundestag è inquinato infatti dalla relazione sentimental-religiosa tra Katrin Eckardt - deputata verde che alterna il ruolo di vice-presidente del Parlamento a quello di pastore della Chiesa evangelica - e l'ex teologo Thies Gundlach. Un ex-teologo protestante che abbandonato il ruolo di pastore di anime si è conferito quello di pastore di migranti mettendosi alla testa di United4Rescue l'organizzazione incaricata di distribuire alle varie Ong i fondi raccolti dalla chiesa Evangelica. Ma un conto è distribuire i fondi delle parrocchie, un altro quelli approvati da un Bundestag guidato dalla propria compagna. Fondi gestiti peraltro da un ministero degli Esteri affidato ad un'altra esponente «Verde». Questa commistione di affetti, religioni e politiche aveva fin qui indotto il governo tedesco a bloccare lo stanziamento. Anche perché finanziare «Sos Humanity», uno dei gruppi legati a United4Rescue, significa, di fatto, favorire attività sanzionate dalla Ue e dello Stato italiano. Per capirlo basta il programma on-line in cui Sos Humanity dice di battersi per «lo sbarco il più veloce possibile dei sopravvissuti in un vicino porto sicuro». Un programma da cui traspare l'intento esplicito di osteggiare le norme italiane che impongono alle navi Ong di sbarcare i migranti non nel porto più vicino, ma in quello scelto dal Viminale e dal coordinamento dei soccorsi.

Pudori e imbarazzi messi da parte tre giorni fa quando il governo Meloni ha sbloccato i fondi Ue indispensabili a Tunisi per arginare il traffico di uomini in partenza dalle sue coste. Uno schiaffo all'eurosinistra che Berlino non ha gradito. Intanto il governo sta lavorando a un nuovo decreto sui migranti, all'ordine del giorno nel preconsiglio dei ministri odierno.

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