Quanto è rispettabile la posizione di chi rifiuta il vaccino? Per rispondere si ricorre al concetto di libertà individuale, che finisce dove comincia quella altrui. Principio sacrosanto del vivere civile, già in uso per la musica rock in casa di notte.
Tuttavia, scavando sotto la pianta vaccino sì/no emerge dal tessuto sociale una radice diversa, una deriva che viene da lontano su cosa sia un fatto e cosa un'opinione.
Il fatto non è opinabile: è vero o è falso. Ad accertarlo ci sono gli strumenti provvisti dalla scienza. Un tempo si disputava se fosse il sole a girare o la terra, finché il calcolo ha chiarito. Fuori da questo perimetro di luce, dove è impossibile stabilire come stiano le cose, ognuno può avere la sua opinione.
Ora, da tempo una lettura errata e distorta della democrazia ha diffuso un sillogismo pernicioso sul trattamento dei fatti. In democrazia, ognuno ha libertà di espressione; tale diritto va rispettato; allora, pure l'espressione va rispettata. Non è così. C'è il trucco. Il rispetto del diritto di parola non si estende al contenuto dell'espressione. Quando ci si esprime sui fatti il diritto a dire resta pieno e rispettabile, ma il rispetto dell'affermazione è riservato solo a quella vera mentre l'altra va contestata. Se uno dice che la Terra è piatta può dirlo, ma l'espressione va rigettata come falsa.
Insomma, esprimersi sui fatti sottopone al controllo di verità e dunque impone la conoscenza, col risultato di un discrimine sociale tra chi sa e chi ignora. Nella storia, gli ignoranti accettavano lo status di subalterni ai sapienti. Era facile, in assenza di democrazia. Quando si è diffusa, non tutti hanno raccolto, insieme al diritto di parola, il dovere di conoscere, che è faticoso. Così hanno slegato le due facce della medaglia e ogni espressione è stata trattata come opinione, pure se era un fatto. Più comodo e alla portata.
Nelle scienze sociali, come l'economia, è tipico che tanti pretendano di aver diritto a un'opinione, per il solo fatto che ignorano l'esistenza di verità scientifiche. Resta famoso il caso di questo-lo-dice-lei, ma ce ne sono parecchi, a destra come a sinistra.
Su questo trucco oggi i
no-vax, e domani chissà chi, poggiano il diritto a sostenere una visione scientificamente falsa. Per questo trucco, i media danno parola a chi dice il falso, e va bene, ma non lo contestano come tale, e va male, molto male.
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