Sono gli «angeli» che con gli sci e le pelli di foca si sono calati nell'inferno di ghiaccio dell'hotel Rigopiano. Sono i salvatori dei bambini e degli altri sopravvissuti. Sono «i nostri». Sono gli instancabili «eroi» nazionali che scavano senza sosta sotto la minaccia di altre valanghe. Gli stessi che rischiavano la vita infilandosi sotto le macerie di Amatrice, Accumoli, Norcia, mentre la terra continuava a tremare nell'infinito sisma iniziato il 24 agosto. Sono loro i volti della salvezza nel buio delle tragedie e dei disastri. Una vocazione che vale, nel migliore dei casi, non più di mille e ottocento euro al mese. Arrotondata con gli 80 euro di Renzi. Se non fosse che per ora, di fatto, il contributo destinato ai corpi di polizia, al corpo nazionale dei vigili del fuoco e alle Forze armate, «è sospeso a decorrere dalla mensilità di gennaio in attesa delle determinazioni di legge». Tradotto, il bonus, rinnovato anche per il 2017 e inserito in legge di Stabilità, per essere erogato necessita di un decreto del presidente del consiglio dei ministri che non è stato ancora emanato.
Sebbene i ritardi dell'esecutivo non incidano sul il pagamento degli arretrati, il nuovo anno rischia di cominciare con una busta paga più magra per «gli operatori dei settori difesa e sicurezza, che si troveranno senza l'erogazione». Il sindacato autonomo dei vigili del fuoco Conapo, ha scritto al governo denunciando come la sospensione sia «un fatto di enorme gravità a fronte di una abnegazione al sevizio delle nostre donne e dei nostri uomini che va sempre oltre i normali doveri istituzionali. Se poi ci aggiungiamo che i vigili del fuoco sono il corpo meno retribuito e più penalizzato in quanto a pensioni, il tutto appare ancora più grave. Per questi motivi chiediamo di provvedere alla decretazione che ripristini gli 80 euro già dal mese di febbraio 2017, con decorrenza retroattiva a gennaio». Così, il governo Gentiloni, scrive il sindacato, «dimostri la dovuta attenzione verso il personale dello Stato in uniforme e attenzione specifica alla situazione retributiva e pensionistica dei vigili del fuoco da sempre trattati come corpo di serie B».
Il Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) assicura che tutti gli sforzi sono tesi al varo del decreto entro fine mese, e che «l'importo dell'assegno mensile di gennaio sarà comunque corrisposto con effetto retroattivo» anche a fronte di «ulteriori ritardi».
Una corsa su cui incombe, teme invece il Sap, la richiesta di Bruxelles di una manovra correttiva al bilancio dell'Italia pari a 3,4 miliardi: «Nonostante le rassicurazioni sul decreto, temiamo che la lettera dell'Ue possa mettere in bilico la misura per quest'anno», spiega Olivo Comelli.
Ma quello degli 80 euro, e della relativa stabilizzazione della misura, non è l'unico dossier aperto. Sul tavolo della trattativa ci sono anche il rinnovo del contratto, che inchioda gli stipendi delle forze dell'ordine allo stesso importo dal 2010, e il «riordino delle carriere», che riguarda la riqualificazione professionale e gli scatti di ruolo. Ma la coperta è corta. Secondo stime dei sindacati, con 1 miliardo destinati al rinnovo per tre milioni di dipendenti pubblici, l'aumento reale a fine mese rischia di non superare i 50 euro mensili netti.
Il bonus renziano, inoltre, pari a 960 euro su base annua e assicurato per «il solo anno 2017», è una misura «alternativa al riordino dei ruoli e della carriere» delle forze dell'ordine, non aggiuntiva, come si legge nel documento di Bilancio. Insomma, delle due l'una soltanto. E la strada è in salita. Lo ha denunciato nei giorni scorsi anche la Cgil, evidenziando come in mancanza del decreto attuativo «i lavoratori si vedranno privati, già nella prossima busta paga, di una parte della retribuzione che aveva rappresentato e rappresenta l'impegno del governo a riconoscere diffusamente e concretamente la condizione e il ruolo delle componenti del comparto sicurezza e soccorso pubblico».
Da qui la richiesta «di convocare con urgenza i sindacati rappresentativi di polizia e vigili del fuoco prima dell'emanazione del previsto decreto e per l'apertura formale del tavolo per il rinnovo del contratto nazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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