Quale linea adotterà il Movimento 5 Stelle? Allo stato attuale neanche i grillini sanno come comportarsi in vista di mercoledì, quando il premier Mario Draghi renderà comunicazioni alle Camere: qualora ci fosse un voto di fiducia, il M5S darà il proprio sostegno oppure si sfilerà? Una vera e propria incognita che non è stata risolta nel Consiglio nazionale di ieri sera, concluso con un nulla di fatto e aggiornato a oggi.
Sullo sfondo Giuseppe Conte è tentato dallo strappo finale. Mostra i muscoli senza possederne le qualità: è alla guida di un partito che, stando a diversi sondaggi, stenta a raggiungere il 10%. Pensa davvero di alzare i toni e di intimorire il presidente del Consiglio con i suoi soliti penultimatum? La leadership di Conte è scarsa, il suo gruppo è diviso e all'interno del governo ha una misera forza incisiva.
Conte medita lo strappo?
"Ci siamo confrontati. Abbiamo preso atto delle dimissioni di Draghi e ci confronteremo", si era limitato a dire ieri Conte al termine di una giornata assai movimentata. Nessun mea culpa, nessun ripensamento, nessuna dichiarazione esplicita. Eppure Il Fatto Quotidiano rivela che il leader del Movimento starebbe meditando l'affondo definitivo. "Calma e sangue freddo, ora il boccino ce lo abbiamo noi", è in sostanza il ragionamento che gli viene attribuito.
Chi è vicino all'avvocato assicura che ormai "non esclude più nulla". Cosa lascia intendere il pensiero di Conte? Di certo questo può rappresentare un cambio di passo rispetto alla narrazione degli ultimi giorni, secondo cui l'ex presidente del Consiglio potrebbe confermare la fiducia a Draghi e continuare ad appoggiare l'esecutivo.
"A mercoledì manca ancora un'eternità", assicurano i grillini. Senza però dare certezze sulle loro prossime mosse. Stando a quanto appreso e riferito da La Stampa, Conte predica calma e invita alla cautela del caso: il senso delle sue risposte è che il governo potrebbe comunque proseguire, ma l'opzione elezioni anticipate resta sul tavolo. La confusione è totale.
L'incognita M5S
Dal Movimento continuano a dichiarare che la fiducia potrebbe essere garantita se il premier Draghi facesse delle significative aperture a favore di temi come il salario minimo, il reddito di cittadinanza e il Superbonus 110%. Nel pomeriggio di ieri Conte ha usato parole che lasciano intendere un pugno ancora più duro: "O si hanno risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti".
I partiti guardano con attenzione alle strategie dei 5 Stelle. Ma in maggioranza più di qualcuno inizia a porre veti nei loro confronti. Ad esempio Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, ha chiuso le porte in faccia ai grillini: "FI non vuole più avere il M5S come compagno di viaggio". Gli azzurri hanno aperto alla possibilità di un nuovo governo escludendo il Movimento, visto che comunque ci sarebbero i numeri per andare avanti lo stesso.
Anche Matteo Renzi è favorevole a un Draghi bis (tecnico o politico) senza il M5S. Da qui l'appello al presidente del Consiglio: "Parli al Paese dicendo le cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini".
Sulla stessa linea Carlo Calenda, leader di Azione, che ha sferzato Enrico Letta e l'ha invitato a prendere le distanze da Conte: "Due parole sulla qualità di queste persone? Sullo spettacolo indegno che hanno dato al mondo? Sul non aver votato la fiducia rimanendo al loro posto? Sulla fine del campo largo? Fare finta di nulla mi sembra davvero disdicevole".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.