C'era una volta l'Italia. Il Paese del sole, del mare, dell'arte e della cultura. E del buon cibo, riconosciuto universalmente come il migliore al mondo. Invidiato, ammirato, copiato. Copiatissimo. Pure troppo. Tanto da diventare più loro che nostro visto che ora gli Stati Uniti sorpassano l'Italia e conquistano il primato mondiale nell'utilizzo della dieta mediterranea. Strano ma vero: nella patria del cibo spazzatura si mangia meglio che da noi, che siamo diventati sempre più patiti consumatori di hamburger, sushi e altri cibi, senz'altro buoni, ma anche inflazionati solo perché molto di moda.
Eppure il simbolo della vittoria del nostro cibo sul junk food made in Usa è sintetizzato in una pietra miliare del cinema italiano. Alberto Sordi che in «Un americano a Roma», scimmiotta la cultura a stelle e strisce nel tentativo di americanizzarsi, salvo poi cedere di fronte al «maccarone», il caro vecchio e insostituibile piatto di spaghetti che non può reggere il paragone con le «prelibetezze» americane. «Maccarone... M'hai provocato e io te distruggo, maccarone! Io me te magno!». E il cibo 'mericano («'mazza che zozzeria») lo dividiamo tra il gatto, il sorcio e le cimici da ammazzare. Così era, così è sempre stato. Loro, i 'mericani, grandi potenti, solidi. Noi, poveri ma belli e con il vanto di spiegare al mondo intero come e cosa mangiare.Evidentemente, per una volta almeno, ci hanno preso in parola. Perché, a pochi anni dall'iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco, i dati diffusi da Coldiretti certificano che sono i 'mericani i primi al mondo per consumo di vino e conserve di pomodoro e salgono addirittura sul podio per quanto riguarda l'olio di oliva, subito alle spalle di Italia (e meno male) e Spagna. Numeri importanti. Con 30,7 milioni di ettolitri di vino, gli Usa sorpassano Francia e Italia. Ben 308 sono invece i milioni di chili di olio d'oliva consumati oltreoceano, dove però con 580 milioni di chili nel 2015 rimaniamo solidamente leader. Una disfatta invece in tema di pizza. Negli Usa se ne consuma una media di 13 chili a testa ogni anno contro i «soli» 7,6 di casa nostra. Va bene, la nostra è più buona e senza ananas, pepperoni con due p e condimenti astrusi, però loro ne mangiano di più.
La notizia potrebbe anche essere positiva per il nostro Paese, magari favorendo l'export delle nostre materie prime e rilanciando il nostro made in Italy. Peccato che i controlli scarseggino e che siano sempre di più le copie per nulla conformi all'originale che si vendono all'estero, dal parmesan alla carbonara con il cheddar, passando per tutti quei prodotti eccellenti solo spacciati per italiani su etichette truffaldine. Fatto sta che anche gli americani hanno capito come si mangia.
Proprio mentre noi italiani ci stiamo sempre più facendo affascinare dall'esotico sushi, dall'americanissimo hamburger in pieno Obama's style, o da esotiche combinazioni suggerite dal guru di turno. Chissà cosa ne direbbe il vecchio Albertone nazionale. Con spaghetti, pomodoro e un buon bicchiere di rosso dettava legge. Lui sì che ci aveva visto lungo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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