Brucia la Sardegna e vanno in fumo le speranze di migliaia di esercenti e imprenditori del settore turistico, che speravano in questa stagione di recuperare parte delle perdite legate al Covid.
Le fiamme, forse dolose, che sabato avevano devastato l'area del Montiferru, nell'Oristanese, ieri hanno raggiunto i territori di Tresnuraghes. Millecinquecento le persone evacuate, a partire dall'intero agglomerato turistico nella marina di Porto Alabe. L'altro rogo, partito sabato da Usellus e Villa Verde, si è esteso invece in direzione di Montresta e delle campagne attorno al Grighine. I vigili del fuoco, schierati a protezione delle strutture e delle abitazioni, il Corpo forestale e i volontari, nonostante l'immenso impegno, ancora ieri mattina non erano riusciti ad avere la meglio sull'Inferno, divampato tra Bonarcado e Santu Lussurgiu, dove molte case sono state abbandonate. «Un disastro, una tristezza, quello che stiamo vivendo», ha detto il sindaco Diego Loi. Già sabato notte gli abitanti di Cuglieri avevano dovuto lasciare le loro case, perché il fuoco aveva raggiunto la piazza centrale, danneggiando diversi edifici. Stesso scenario a Sennariolo e Bosa, dove è stato organizzato un centro d'accoglienza e la statale 292 è stata chiusa. Dopo pranzo identica sorte per le famiglie della periferia di Scano Montiferro, circa 400 individui. «Salviamo almeno la vita delle persone, le loro case e le loro aziende», ha detto il sindaco Antonio Flore, che ha richiesto l'aumento dei presidi dei vigili del fuoco nel paese e ha allestito un centro di raccolta nella palestra. Stesso incubo per il paese di Sennariolo, 150 persone, poi evacuato. A Siamanna la gente è stata accolta nel salone parrocchiale e nella palestra. Paura anche a Tresnuraghes e Flussio. Per cercare di aver la meglio sui roghi hanno operato sette Canadair e quattro elicotteri della flotta regionale. Ma non basta e la Protezione Civile ha chiesto alla Ue il supporto di aerei per far fronte all'emergenza. L'attivazione del Meccanismo unionale di Protezione Civile, consentirà di far affluire velivoli in supporto all'Italia provenienti da altri Paesi.
L'assessore regionale dell'Ambiente Gianni Lampis, ieri ha parlato di danni incalcolabile: «Solo sul Montiferru ci sono 20mila ettari bruciati». Nelle campagne, secondo la Coldiretti, sono numerose le aziende agricole coinvolte, che hanno subito perdite ingenti in termini di pascoli, patrimonio boschivo, animali, capannoni fienili e strutture. «Un'apocalisse ambientale con centinaia di ettari di lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo soprattutto tra il Montiferru e la Planargia», hanno detto il presidente di Coldiretti Oristano e Nuoro-Ogliastra Giovanni Murru e Leonardo Salis. «Viviamo con preoccupazione, angoscia e dolore queste ore - ha dichiarato il governatore Christian Solinas -.
Sono vicino con la più profonda partecipazione, ai sindaci e a tutti i cittadini dei territori colpiti, e a tutti coloro che sono impegnati con abnegazione nella lotta a questa emergenza che ci minaccia in modo vile e violento». La Regione Sardegna, in una riunione straordinaria, ha deciso di chiedere al governo lo stato di emergenza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.