Orlando disobbedisce ancora: 'Ricorso al Tar contro direttiva'

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando annuncia il ricorso al Tar contro la direttiva di Salvini anti degrado urbano. "Qualora il prefetto di Palermo dovesse adeguarsi alla direttiva di Salvini sulle zone rosse adirò il tribunale amministrativo"

Orlando disobbedisce ancora: 'Ricorso al Tar contro direttiva'

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando alza il tono dello scontro a distanza commentando la direttiva del ministro Salvini sul degrado urbano. "Qualora il prefetto di Palermo dovesse adeguarsi alla direttiva del ministro dell'Interno Salvini io adirò immediatamente al tribunale amministrativo per l'annullamento del provvedimento sulle cosiddette zone rosse. È il segno di una involuzione culturale e politica di questo ministro che cerca di coinvolgere il Paese verso il baratro".

Una conferenza indetta dal primo cittadino per chiarire la posizione dell'amministrazione comunale sulla decisione di Salvini di dichiarare guerra a balordi e agli spacciatori. "Si parla di caccia ai balordi - dice Orlando -, allora chiedo la definizione giuridica dei balordi. Siamo in presenza di un disegno eversivo del ministro dell'Interno. Presenterò un esposto alla Corte di giustizia dell'Aja per violazione dei diritti umani; l'avevo presentato un anno e mezzo fa, lo rifarò arricchendolo di nuovi elementi". Secondo Orlando "siamo di fronte a un metodo che stravolge le competenze istituzionali, un percorso eversivo che dovrà essere affrontato dalla Corte europea dei diritti umani".

Alla conferenza ha partecipato anche Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans. Durante l'incontro ai giornalisti è stato mostrato un video che mostra le registrazioni di alcune telefonate, intercorse tra il 18 e il 19 marzo, tra il comando generale delle capitanerie di porto, una nave militare italiana e la Guardia costiera libica. "Stiamo cercando di capire come rispondere a questo tipo di provvedimento - dice Sciurba - anche in termini legali e rispetto alle comunicazioni che ci vengono inviate. Siamo di fronte a una direttiva che sembra scritta in una realtà parallela e in un altro mondo, dove non si parla nè di guerra nè di profughi. Non abbiamo alcun problema a stare in mare rispettando il diritto e i diritti, ma abbiamo enormi difficoltà a considerare la Libia una autorità straniera legittimità a gestire un'area Sar. Vorremmo capire cosa sta accadendo ai migranti libici - ha aggiunto - noi rimaniamo in mare e la grave condizione geopolitica ci convince dell'importanza di quello che stiamo facendo senza alcuna paura perchè siamo convinti di continuare a navigare sulla rotta di diritti".

La replica alle parole del primo cittadino è arrivata direttamente dalla leader dei Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Orlando? Si candidi a Tripoli Roma.

Per favorire l'immigrazione incontrollata Leoluca Orlando alla fine si candiderà come sindaco a Tripoli perché a Palermo lo vedo male - commenta Meloni a 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24. "Se il parlamento fa una legge la rispettano tutti. La democrazia funziona così".

Il ministro intanto su Twitter ha pubblicato il post con la dichiarazione di guerra alle Prefetture d'Italia

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