Articolo 67 della Costituzione: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". È stato così fino a oggi. Ma in futuro, i cambi di casacca potrebbero diventare un lontano ricordo. Dopo il primo ok al taglio del numero di parlamentari, approvato dalla commissione Affari costituzionali della Camera, ora il Movimento 5 Stelle vuole andare oltre. Mettendo nel mirino uno dei capisaldi della dottrina parlamentare: il vincolo di mandato.
Attualmente, la Carta non vieta di cambiare gruppo e partito. Da anni i pentastellati lottano per impedire il "salto della quaglia". Argomento spinoso. C'è chi lo considera sempre il frutto di una campagna acquisti, chi invece difende il diritto degli onorevoli di cambiare idea. Dopo che, magari, è il loro partito ad averla mutata. Ma i pentastellati non si prendono la briga di pensarci su. Ragionando con l'accetta.
Nella stessa diretta Facebook in cui si è accusato di avere consentito alla brigatista Federica Saraceni di ricevere il reddito di cittadinanza, Luigi Di Maio ha parlato anche del vincolo di mandato. "Lunedì arriva in aula alla Camera, per l'ultima volta, il taglio dei parlamentari. Dopo di che, è legge. E spero che in futuro si possa anche affrontare il problema del vincolo di mandato". Giggino non ha dubbi: "Chi entra con un partito in Parlamento e poi passa con un altro, per me deve tornarsene a casa". Una proposta, quella del ministro degli Esteri, che non rientra nel programma di governo stipulato con il Pd. Eppure i dem, dopo l'iniziale scetticismo, tacciono. Non dicono sì né no, incapaci di prendere una posizione chiara su un tema molto complesso. Anzi. La proposta - poi ritirata - di "multare" i consiglieri regionali dem in fuga dal Pd durante la legislatura rappresenta un segnale del lento, ma progressivo scivolamento di Zingaretti e compagni verso le idee, in materia di riforme costituzionali, degli alleati a 5 Stelle. Una deriva populista che preoccupa il tesoriere dem Luigi Zanda, che ha parlato di un "cedimento culturale al Movimento".
L'introduzione del vincolo di mandato proposta da Di Maio spacca la politica. Durissimo il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova. "Il Pd e il resto della maggioranza accettano l'agenda populista e antipolitica del M5S. L'8 ottobre il M5S - giorno del sì della Camera alla legge taglia-poltrone, ndr - consumerà l'orgia mediatico-giacobina con lo scalpo del parlamentarismo liberal-democratico. Un'overdose di populismo che transita indenne dal Conte 1 al Conte bis".
Possibilista, invece, il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida: "Siamo aperti al confronto sull'introduzione del vincolo di mandato. Ma a differenza degli altri, lo abbiamo comunque applicato al nostro interno rimanendo esattamente dove gli italiani ci hanno messo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.