Ostia, i grillini stravincono nel "fortino" degli Spada

Nel quartiere roccaforte del clan M5s fa il pieno Picca, candidata del centrodestra: vittoria sporcata

Ostia, i grillini stravincono nel "fortino" degli Spada

Anche a Nuova Ostia, tra l'Idroscalo e il porto turistico, zona di spaccio e di edilizia popolare, nonché roccaforte del clan Spada dove al primo turno Casa Pound ha preso più del 20 per cento dei voti, la candidata vittoriosa dei Cinque Stelle, Giuliana Di Pillo, è andata forte, collezionando il 61,2 per cento di preferenze in una delle sezioni e il 57,5 per cento nell'altra. Un dato in linea con i risultati complessivi, anche se qui lo stacco dalla candidata di centrodestra, Monica Picca, è stato ancora più netto.

Abbastanza per far partire all'attacco la Picca: «Una vittoria sporcata dai clan». Lo aveva già detto domenica notte, a spoglio appena ultimato, lo ha ribadito ieri sottolineando come i grillini siano calati di 17 punti rispetto al 2016. «Io ci ho messo la faccia, non ho chiesto né voluto i voti di nessuno, come appare chiaro nei risultati, mentre qualche altro sciacallo li ha accettati senza colpo ferire», ha detto l'esponente del centrodestra, ricordando dati alla mano che «all'Idroscalo e Nuova Ostia, dove sono rappresentati i voti di Casapound, il centrodestra ha perso mentre il Movimento ha guadagnato circa mille voti». Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, spalleggia la candidata sconfitta, insinuando anche lui il sospetto che i voti degli Spada possano essere stati determinanti. «È bene che si indaghi sui flussi elettorali per capire dove i clan hanno orientato il loro voto perché dai dati in nostro possesso risulta che nei quartieri fortemente attenzionati in queste settimane ci sia stata una forte crescita del M5s. Si tratta di numeri, non di valutazioni soggettive», dice. Ma se la Di Pillo l'ha presa con filosofia («Mi faccio una risata, la Picca non accetta la sconfitta e con quelle dichiarazioni ha offeso i cittadini onesti che hanno espresso la preferenza per il M5s»), i pentastellati romani non vogliono lasciare correre. «Dichiarazioni gravi e diffamatorie, li denunceremo», annunciano.

Anche nel post elezioni, dunque, ad Ostia si continua a respirare un clima pesante ed è innegabile che i fatti degli ultimi giorni - dalla testata di Roberto Spada al giornalista Rai che gli chiedeva conto del suo appoggio a Casa Pound all'incendio del portone di una sezione locale del Pd - non abbiano lasciato indifferenti quei pochi che hanno deciso di non disertare i seggi. L'astensionismo record è stato significativo. «La neopresidente del X municipio governerà con appena il 16 per cento dei consensi», ricorda Rampelli. «Hanno trasformato una campagna elettorale in una puntata di Suburra, spostando l'attenzione dei media e dei cittadini dal malgoverno pentastellato», rincara la dose Federico Mollicone, responsabile nazionale Comunicazione Fdl.

Ma Luca Marsella, il candidato di Casa Pound che al primo turno ha fatto il pieno di voti e che sarebbe appoggiato dagli Spada, nega di aver aiutato i Cinque stelle al ballottaggio: «Il M5s non ha certo vinto per i nostri voti, le schede bianche raddoppiate dimostrano che è stata seguita l'indicazione di non votare né l'uno né l'altro. Il nostro 9 per cento non era in vendita».

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