Otto nonni su dieci non hanno più la febbre. "Ora studiate il ceppo del nostro paesino"

Il sindaco di Garessio è l'ex ministro Fazio: "Decisivo far subito i tamponi"

Otto nonni su dieci non hanno più la febbre. "Ora studiate il ceppo del nostro paesino"

Se Napoleone, alla fine del 1700, soprannominò una sua frazione Valdinferno, non c'è da sorprendersi se oggi Garessio - paesino di 3mila anime al confine tra il Piemonte e la Liguria - dia del filo da torcere anche al Coronavirus. Perché i dati parlano chiaro e quello che è accaduto nell'accogliente casa di riposo «Opera Pia Garelli», è così singolare da poter essere considerato un caso a parte: dopo pochi giorni dal risultato positivo del tampone, l'80 per cento dei non negativi non ha più avuto febbre né complicanze, beffando così il Coronavirus.

«È davvero un risultato eccezionale, anche perché stiamo parlando di persone tra gli 88 ed i 95 anni, spesso già debilitate da altre patologie», spiega il primo cittadino Ferruccio Fazio, uno che di emergenza sanitarie se ne intende, visto che fu lui nel 2009 - come ministro della Salute del Governo Berlusconi - a portar fuori l'Italia dal contagio del virus H1N1, meglio conosciuta come influenza suina.

Un caso particolare che Fazio - guarda caso medico specializzato in malattie dell'apparato respiratorio - ha portato all'attenzione dell'Istituto superiore della Sanità, affinché studi il genoma del virus che ha colpito il suo paese. «È una prassi che l'Istituto già mette in atto - spiega il sindaco - ma vorrei venisse applicata anche a Garessio, dove il Coronavirus, almeno dai dati a nostra disposizione, pare abbia perso potenza in termini di virulenza e velocità di contagio rispetto al resto del territorio nazionale».

Un indebolimento dovuto ad un andamento fisiologico: più il tempo passa e più gli agenti patogeni perdono forza ma il sindaco Fazio ha anche un'altra teoria: «Agli ospiti e agli operatori della casa di riposo abbiamo fatto il tampone ad inizio emergenza, per isolare rapidamente i casi infetti. Inoltre in un piccolo centro è sicuramente più semplice che in una grande città gestire le criticità e a fare la differenza sono i rapporti umani, la rete sociale».

Per spiegarmi meglio questo concetto, il sindaco mostra una tabella fitta di numeri telefonici: «A rotazione o a seconda dell'evolversi dei fatti, chiamo i miei concittadini per sapere come stanno, per esortarli a stare in casa, per dissipare i loro dubbi. E se qualcuno ha anche solo due linee di febbre telefona per dirmelo, assicurandomi la sua messa in isolamento fiduciario. Qui ci conosciamo tutti e darsi una mano o un consiglio è più facile». In questo bel paese poi, dalle fonti d'acqua pregiate e famose nel mondo, tutti hanno un giardino dove sgranchirsi le gambe ed un vicino cortese che fa la spesa a chi non può.

«Il nostro modo di vivere ha fatto la differenza anche contro il Coronavirus - sottolinea Ferruccio Fazio -, però mi rendo conto che il modello Garessio è difficilmente esportabile». E su come il Governo ha gestito l'emergenza sanitaria da Covid-19: «Questo non è il momento delle critiche, anche se sulla tempistica con la quale il Governo si è mosso, ci sarebbe molto da dire.

Io ho molta fiducia nell'Italia e negli italiani, sulla loro capacità di lottare e rimboccarsi le maniche. Sono certo che il nostro sarà uno dei Paesi che si riprenderà prima e non grazie ai politici, ma grazie agli italiani».

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