Dialogo, pace, commemorazione delle vittime di «tutti i conflitti». È così generica da non dire nulla, la nota che i rettori hanno adottato sul conflitto apertosi in Medio Oriente.
Talmente generica che potrebbero averla firmata gli imam dell'Ucoii, o altre istituzioni che non hanno voluto prendere una posizione precisa e impegnativa dopo i fatti del 7 ottobre.
Non a caso, fra i primi che la diffonde c'è Tomaso Montanari, specialista in polemiche ideologiche e mediatiche di sinistra-sinistra. «Come rettore, come professore e come cittadino - ha detto - mi riconosco del tutto in questo comunicato della Crui, Conferenza dei Rettori delle Università italiane». E il comunicato, in effetti, non menziona minimamente gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, proprio ora che gli atenei ospitano minoranze rumorose di estrema sinistra che manifestano una clamorosa ostilità per l'unico Stato democratico del Medio Oriente.
«I rettori della Crui - si legge - hanno condiviso le iniziative che le singole università hanno deciso di avviare in occasione dello scoppio del conflitto in Medio Oriente». «Le Università aderenti alla Crui - prosegue - a fronte dell'attuale tragica recrudescenza degli scontri sentono il dovere di rivolgere un caloroso messaggio di rassicurazione e vicinanza» agli studenti provenienti dalle zone di guerra in Italia e a quelli delle «aree di crisi». Le Università, insomma, ricordano di essere «luogo di incontro e dialogo fra le culture» nonché «di sviluppo di pensiero critico e razionale, strumenti ai quali guardare per ogni costruzione di pace». «Nel teatro mediorientale e in tutti i luoghi, purtroppo numerosi, in cui si vive il dramma della guerra». La Crui e le università, dunque, il 27 ottobre esporranno la bandiera della pace a lutto e per tutto il mese di novembre «osserveranno un minuto di silenzio per le vittime di tutti i conflitti all'inizio delle riunioni degli organi accademici».
Da una posizione pilatesca e una apertamente ostile a Israele. Da Bruxelles arriva notizia della lettera inviata da 850 funzionari di varie istituzioni europee contro la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, contestata per le sue presunte posizioni troppo filo-israeliane. «È un atto politico di estrema gravità che la dice lunga sull'orientamento ideologico di questi dipendenti dell'esecutivo comunitario» commenta critico il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo Carlo Fidanza.
«A prescindere da come la si pensi sul conflitto tra Israele e Hamas - dice - il fatto che dei dipendenti - in forma peraltro non associata o sindacalizzata - che si presumono terzi si permettano di criticare così aspramente le legittime prese di posizione di un vertice politico ergendosi a custodi dei valori europei è significativo del degrado in atto nelle istituzioni comunitarie».AlGia
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