Tanti ministri e poche soluzioni. Ma il governo riunito a pieni ranghi ha almeno promesso alla delegazione arrivata dalla Sicilia che a giorni svuoterà Lampedusa. Le tre navi da crociera prese in affitto dal governo sono già piene, ma sono in arrivo altre due entro domani. «Abbiamo aperto una breccia su un muro che sembrava di cemento armato», ha detto il governatore Nello Musumeci uscendo dal vertice.
Il governo ha messo sul tavolo una no tax area per Lampedusa, ma resta la distanza con la Regione sui centri di identificazione. L'ordinanza svuota-hotspot poi sospesa dal Tar è stata bollata dalla propaganda giallorossa come «razzista», ma politicamente è servita, tanto da indurre Giuseppe Conte a ricomparire dopo giorni in cui si è tenuto lontano dai dossier più spinosi. Musumeci chiede di svuotare e chiudere i 42 hotspot della Sicilia perché «il 90 per cento non è a norma». Il Viminale promette di avviare cantieri per sistemare gli edifici, ma non può chiudere gli hotspot perché le altre regioni, incluse quelle governate dal Pd che accusa di razzismo la Sicilia, sono poco disponibili ad accogliere. Soprattutto quelle al voto il 20 e 21 settembre. Conte ha anche promesso maggiori pattugliamenti in mare ma è costretto a sperare che il nuovo governo tunisino, con cui sono partiti i contatti, faccia il miracolo e fermi il flusso di partenze verso l'Italia.
Un'altra prova della debolezza politica del governo Conte che non riesce a chiudere il caso. Musumeci si era fatto precedere a Palazzo Chigi dalle prove di quanto sia seria la situazione a Lampedusa: il video pubblicato su Facebook all'interno dell'hotspot di contrada Imbriacola. Nelle immagini del centro, che ospita oltre 1.000 persone a fronte di una capienza di 192, si vedono migranti che dormono all'aperto su pezzi di gommapiuma e distanziamento sociale inesistente. A completare il quadro i dati dei contagi del giorno: non sono i migranti i responsabili di tutti i contagi d'Italia, però ieri su 83 nuovi infettati dal virus in tutta la Sicilia, 26 erano ospiti dei centri di accoglienza.
Il miglior riconoscimento che l'ordinanza di Musumeci, al di là della questione di diritto, ha smosso le acque è la presenza di tutti i ministri di peso, da Luciana Lamorgese, al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a Luigi Di Maio, collegato da remoto. A riconoscerlo c'è perfino il sindaco di Lampedusa Totò Martello che prima di entrare a Palazzo Chigi, fa un'ammissione importante: «Sull'ordinanza - spiega - non si tratta di essere d'accordo o meno, di sicuro ha contribuito a mettere al centro dell'attenzione il problema dell'immigrazione che in questo momento era stato messo sotto al tappeto».
Che ora sia difficile rimettere l'argomento sotto al tappeto lo conferma la rumorosa manifestazione della Lega davanti a Palazzo Chigi in occasione del vertice. C'erano diversi parlamentari del Carroccio, indosso magliette con le scritte «Stop invasione» e «Processate anche me». Già, perché tra un mese Matteo Salvini dovrà comparire in tribunale per il processo caso Open Arms.
E le bordate sparate ieri dal leader della Lega sono solo un assaggio di cosa potrà fare dal palcoscenico su cui i giallorossi lo hanno issato nella speranza di metterlo fuori gioco per via giudiziaria.Ieri Salvini ha replicato così: «Denuncerò l'esecutivo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e perché mette a rischio la salute dei cittadini».
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