Con la pandemia 800mila fumatori in più

Il dato in aumento per la prima volta dal 2006. Brusaferro: "Attivare la prevenzione"

Con la pandemia 800mila fumatori in più

In poco più di due anni i fumatori in Italia sono cresciuti di 800mila unità. E così, per la prima volta in 16 anni, i cittadini colpiti da questo vizio hanno raggiunto il 24,2 per cento della popolazione. I dati, messi in luce dall'Istituto superiore di sanità, fotografano una vera e propria emergenza nella quale a giocare un ruolo fondamentale è stata la pandemia. Lo studio è contenuto nel report diffusi dall'Iss in occasione della Giornata mondiale senza tabacco promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità, in programma proprio oggi.

Il documento evidenzia come la percentuale di fumatori abbia raggiunto il record assoluto dal 2006. Tutto questo dopo un lungo periodo di stagnazione dei dati, durante il quale è sembrato che la dipendenza da tabacco stesse in qualche misura flettendo. E invece proprio quest'anno il dato è cresciuto di due punti percentuali: i fumatori erano il 22 per cento degli italiani nel 2019, ultimo anno di rilevazione fino all'esplosione del Covid. Adesso hanno superato il 24 per cento. Sono in aumento anche le persone che fanno uso di sigarette a tabacco riscaldato: nel 2022 sono il 3,3 per cento, nel 2019 erano l'1,1. Ad aggravare la situazione è il fatto che più di una persona su tre considera meno dannose queste «bionde» rispetto a quelle tradizionali. «L'aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani, per garantire una vita più lunga commenta il presidente dell'Iss, Piersilvio Brusaferro -. Quindi con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto».

Nel frattempo in tutta Italia i fumatori hanno raggiunto quota 12,4 milioni, capaci di utilizzare mediamente 11,5 sigarette a testa al giorno. In realtà il consumo medio giornaliero di sigarette è in leggera flessione, con una riduzione di due bionde in dieci anni (nel 2011 erano mediamente 13,6 a testa), anche se c'è ancora un 20,4 per cento di Italiani che fuma oltre venti sigarette al giorno. A far schizzare i numeri, e ad aumentare quindi la preoccupazione, sono i dispositivi elettronici: gli utilizzatori abituali sono il 2,4 per cento della popolazione, per un totale di circa un milione 200mila persone. C'è anche da considerare che fra gli amatori delle cosiddette e-cig, l'81,9 per cento è anche fumatore tradizionale, che quindi unisce le due dipendenze. Inoltre c'è un altro 2,8 per cento che invece si è avvicinato alle sigarette elettroniche senza mai aver fatto uso di quelle classiche. I dati messi in luce dall'Iss raccontano anche che in Italia le persone che sono riuscite a dire per sempre addio a questo vizio sono il 14,9 per cento della popolazione, mentre chi non ha mai fumato rappresenta il 60,9 per cento.

Piano piano cambiano anche le abitudini: il 45 per cento dei fumatori non usa sigarette, e non le fa usare, all'interno della propria abitazione, il dato sale al 75,4 per cento fra gli ex tabagisti.

Per quanto invece riguarda l'esposizione dei bambini al fumo passivo, il 22,6 per cento di chi fa uso di sigarette ammette di esporre i più piccoli al fumo passivo, mentre questo dato crolla al 4,7 per cento fra gli ex fumatori.

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