Ha chiamato a raccolta tutti i giovani del mondo, riuniti a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù, li ha invitati ad impegnarsi su vari fronti ma in particolare per vincere la battaglia ambientale che, catastrofe dopo catastrofe, sta scuotendo il pianeta. Papa Francesco ha abbracciato un milione di giovani al parco Eduardo VII nel cuore della capitale portoghese e di fronte alla sfilata delle bandiere dei cinque continenti, nel corso della cerimonia di benvenuto, ha ascoltato i cori di gioia e le testimonianze degli adolescenti arrivati a Lisbona per incontrare questo «nonno» speciale, un «anziano» in mezzo ai giovani, come lui stesso si è definito e che già in più occasioni ha lanciato l'allarme sul clima: «non c'è più tempo».
Lo ha fatto anche ieri mattina durante l'incontro con gli universitari nel piazzale antistante l'Università Cattolica Portoghese dove si sono ritrovate circa 6500 persone. «Sogno che la vostra generazione divenga una generazione di maestri», ha detto Papa Francesco ai ragazzi, «maestri di umanità. Maestri di compassione. E maestri che difendano la vita del pianeta, minacciata in questo momento da una grave distruzione ecologica». Francesco da anni chiede interventi urgenti ai potenti del mondo per allentare gli effetti del cambiamento climatico e anche da Lisbona ricorda che «dobbiamo riconoscere l'urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Non ci si può accontentare di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi. Le vie di mezzo», ha aggiunto citando la sua enciclica «Laudato Si'», «sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Voi siete la generazione che può vincere questa sfida», ha aggiunto, «avete gli strumenti scientifici e tecnologici più avanzati ma, per favore, non cadete nella trappola di visioni parziali. Non dimenticate che abbiamo bisogno di un'ecologia integrale, abbiamo bisogno di ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; abbiamo bisogno di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati; il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità».
Già alcuni giorni fa il Papa aveva manifestato dolore e assicurato la sua vicinanza e la sua preghiera per le popolazioni italiane e greche colpite dagli incendi e dai nubifragi. E ha chiesto alle autorità «sforzi coraggiosi e lungimiranti» per contrastare i cambiamenti climatici in atto. La risposta non si è fatta attendere: sei Capi di Stato del Mediterraneo, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno firmato un appello per il clima in cui si invita a non perdere tempo prezioso. «Non c'è più tempo da perdere», scrivono, «non c'è più tempo per scendere a compromessi per ragioni politiche o economiche.
È imperativo agire e prendere iniziative urgenti ed efficaci. Tutti i Paesi del Mediterraneo devono coordinarsi e reagire, impegnarsi in uno sforzo collettivo per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica».
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