Questo sembra proprio l'inizio della fine. Il netto calo dell'otto per mille alla chiesa cattolica (in sette anni due milioni di crocette in meno sulla dichiarazione dei redditi) ha un triste suono di campane a morto. Non sono più opinioni, sensazioni soggettive. Le chiese semivuote potevano essere un fatto opinabile: grazie a Dio per andare a messa non si paga biglietto e dunque non esistono numeri precisi, statistiche affidabili sulla partecipazione domenicale. Molti dicono che un tempo le chiese erano piene di fedeli ma forse sono gli stessi che lamentano la scomparsa delle mezze stagioni. Già Orazio, oltre duemila anni fa, derideva la figura del laudator temporis acti, il lodatore del tempo passato ossia, guarda caso, del tempo della propria giovinezza. Anche il rigetto del popolo sovrano nei confronti dell'ossessione immigrazionista (e dunque antileghista) di Papa Francesco si è un po' persa nel groviglio dei flussi elettorali. Però stavolta i numeri ci sono, nero su bianco, indiscutibili: il papa venuto dalla fine del mondo ha preso l'otto per mille a quota 37,04 e lo ha portato a 32,78 (o pure meno visto che i dati appena resi noti dal Dipartimento delle Finanze sono provvisori, non si capisce il motivo, addirittura per quanto riguarda l'Irpef 2016). E' un'altra fine del mondo, non geografica bensì economica: di questo passo il prossimo papa dovrà vendere i Raffaello dei Musei Vaticani per pagare lo stipendio alle guardie svizzere... E' vero che i pontefici ricevono direttamente l'obolo di San Pietro, altra cosa rispetto all'Irpef, peccato che sia in calo pure quello, e qui confesso la mia parte di colpa perché la domenica in cui si raccoglie faccio una fatica enorme a mettermi la mano in tasca, come se fossi colpito da un episodio improvviso e acutissimo di artrite. Dopo una lunga lotta fra mente e mano è già molto se riesco a estrarre un paio di monetine. Strano perché nelle domeniche normali questa particolarissima artrite non compare... Nemmeno al momento dell'otto per mille: alcuni amici allergici a Bergoglio hanno cominciato a darlo agli ortodossi, io però non ce la faccio, quelle orientali sono chiese nazionali se non nazionaliste e, pur ammirando la verticale spiritualità bizantina, non sono né greco né russo né serbo né rumeno... Quella ortodossa è la scelta elitaria, ultraminoritaria, di chi ha compulsato documenti papali trovandovi eresia anziché cristianesimo. Escludo che due milioni di renitenti all'otto per mille si siano sorbiti la contorta, gesuitica prosa della Amoris laetitia o il prolisso panteismo della Laudato sì.
Per quasi tutti il rifiuto del presente pontificato non è teologico ma sociologico: per chi ormai identifica vescovi e barconi mettere la crocetta sull'otto per mille equivarrebbe al metterci una croce sopra, alla cara vecchia Italia monoculturale e monoreligiosa.
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