
Giornata dedicata alla meditazione e alla preghiera, quella di ieri, la 26esima di Papa Francesco al Policlinico Gemelli. Bergoglio si è videocollegato con l'Aula Paolo VI, per seguire gli esercizi spirituali, tenuti da padre Roberto Pasolini, predicatore della Casa Pontificia. Ha continuato la terapia farmacologica, la fisioterapia respiratoria (con l'obiettivo di recupero il più possibile pieno della capacità polmonare per un uomo di 88 anni) e quella motoria. Ieri mattina ha ricevuto la comunione, ha pregato in cappellina (che raggiunge in sedia a rotelle), non ci sono state visite, e la ventilazione continua ad essere alternata, con i naselli ad alti flussi durante il giorno.
La situazione clinica del Pontefice «resta stabile, con lievi miglioramenti, all'interno di un quadro complesso» ha riferito la sala stampa della Santa Sede. Tuttavia i medici che torneranno ad informare questa sera con un bollettino ufficiale - rimangono vaghi sulle eventuali dimissioni: «La tempistica è ancora incerta». Di sicuro c'è che «quando il Papa sarà dimesso, sarà perché potrà esserlo, non per essere ospedalizzato altrove». I medici, hanno spiegato ancora dal Vaticano, «hanno tenuto la prognosi riservata fin tanto che vi era una situazione di instabilità dovuta alle infezioni respiratorie. Ma ora hanno deciso di scioglierla perché non è in imminente pericolo di vita per le infezioni alle vie respiratorie. Tuttavia ancora non abbiamo una indicazione esatta di quanto potrebbe uscire».
Alle numerose richieste di poter avere una foto del Pontefice, anche di spalle, fonti vaticane hanno risposto che «deciderà lui quando farsi vedere, magari con una foto o un video. Chiunque in ospedale ha diritto di decidere se, come e quando mostrarsi. Per il momento ha scelto di inviare un audio. Così abbiamo riscoperto che è un buon comunicatore anche di parole».
Infine, a proposito della fisioterapia respiratoria, per la prima volta il
Vaticano ha spiegato: «Serve a evitare che i macchinari diventino indispensabili». Dunque, è possibile azzardare a un ritorno senza ossigeno? «L'obiettivo è quello, un recupero il più possibile pieno della respirazione».
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