Dopo i «dubia» dei cinque cardinali tradizionalisti che lo scorso luglio (ma il documento è stato reso pubblico due giorni fa) hanno lanciato una sfida al Papa sull'insegnamento cattolico riguardante gli omosessuali e l'ordinazione sacerdotale delle donne (ricevendo dal Papa una lunga risposta in cui si apre una porta alle benedizioni delle coppie gay, a patto che siano ben distinguibili dal «matrimonio, che è solo tra uomo e donna»), alla vigilia dell'apertura del Sinodo sulla sinodalità, spuntano dei nuovi quesiti, questa volta redatti dall'arcivescovo emerito di Praga, il cardinale Dominik Duka, anche lui vicino al mondo dei conservatori. L'alto prelato ha scritto al Dicastero per la Dottrina della Fede, a nome della Conferenza episcopale ceca, dieci domande riguardanti l'accesso ai sacramenti per i divorziati-risposati, tema questo già trattato nell'Esortazione apostolica «Amoris Laetitia» che nel 2016 aveva sollevato altri «dubia». Nell'Esortazione, infatti, il Papa apriva alla possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione (il perdono in confessionale, ndr) e dell'Eucarestia (la comunione), quando, in un caso particolare, «esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza».
Bergoglio, confermando le proposte dei predecessori, nella lettera aggiunge che «possono esserci difficoltà» nel praticare l'astinenza sessuale e quindi «permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento», l'accesso ai sacramenti anche senza rimanere casti. Il porporato ceco domanda quindi se questa affermazione di Francesco possa esser considerata «magistero ordinario della Chiesa», ossia un vero e proprio «insegnamento». E il Dicastero per la Dottrina della Fede conferma che per le coppie di divorziati-risposati, la possibilità di ricevere i sacramenti anche senza astenersi da rapporti sessuali è «magistero autentico». Ma dev'esserci un discernimento del sacerdote ed «è auspicabile» che il vescovo della diocesi stabilisca criteri che possano aiutare i preti nell'accompagnamento di queste persone.
Il porporato ceco chiede anche all'ex Sant'Uffizio a chi spetta valutare i singoli casi delle coppie che vorrebbero accedere ai sacramenti; Fernandez risponde che dev'esserci un
cammino di accompagnamento pastorale e richiama quanto scritto nell'Esortazione Apostolica del 2016, ossia che «tutti i sacerdoti hanno la responsabilità di accompagnare le persone interessate nel cammino di discernimento».
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