Parigi ci fa la morale ma blinda Ventimiglia. La Caritas: "Illegittimo sospendere Schengen"

4.000 agenti al confine. Toti: "E la Dichiarazione dei diritti dell'uomo?"

Immagini di repertorio
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Corre lungo la frontiera tra Ventimiglia e la Francia la nuova linea di crisi sulla gestione e l'accoglienza dei migranti in Europa. Flussi in aumento e al confine si teme un nuovo 2016, anno record in termini numerici per i transiti ma di pari passo crescono anche i controlli delle autorità francesi e i respingimenti che da più fonti riguarderebbero anche casi di minori non accompagnati. Si aspetta ora il prossimo vertice europeo straordinario chiamato a dirimere la situazione. Un braccio di ferro che si ripercuote su Ventimiglia, tra appelli ripetuti da anni per la riapertura di un centro di transito. Numeri che, secondo la Caritas di Ventimiglia, si attestano ora tra le 100 e le 120 persone, ma che hanno toccato nel tempo anche i 250-300 arrivi giornalieri.

Sulla gestione della situazione oltre confine è intervenuto in queste ore il governatore ligure Giovanni Toti, che non ha risparmiato critiche. «Forse qualcuno - ha scritto via social - dovrebbe rileggersi la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789. Perché basta fare un salto al confine di Ventimiglia per vedere un muro di 4000 agenti equipaggiati di tutto punto che ogni mattina riportano al confine italiano decine di migranti che hanno camminato tutta la notte, rischiando la vita, per attraversare la frontiera».

«La Francia che ci fa la morale è la stessa Francia che ha sospeso, unilateralmente, il Trattato sulla libera circolazione delle persone in Europa?», chiede Toti che sottolinea la necessità di una maggiore cooperazione da parte di tutta l'Europa nella gestione degli arrivi di migranti.

I controlli sono aumentati, racconta anche Maurizio Marmo, presidente della Caritas di Ventimiglia, che gestisce l'ultimo avamposto prima del confine per chi arriva in città, un punto di prima accoglienza accanto alla stazione ferroviaria della città per accogliere ma anche curare e sfamare i migranti in transito.

Gli arrivi provengono da Afghanistan, Siria, Iraq ma anche Iran, Etiopia, Eritrea, Costa d'Avorio oppure Nord Africa.

«La situazione - spiega Marmo - ad ora ci sembra ancora più o meno simile a quella dei giorni scorsi, venerdì tra l'altro era anche festa in Francia con molto movimento al confine e forse è presto per immaginare se ci sarà veramente un cambiamento significativo». «È già accaduto in passato che ci siano stati periodi controlli più intensi - prosegue - ma la sospensione di Schengen va avanti dall'11 giugno 2015, è l'ottavo anno e anche le normative europee parlerebbero di periodi di sei mesi rinnovabili ma dal nostro punto di vista è ormai illegittimo quello che viene fatto dalla Francia.

Purtroppo abbiamo avuto decine di morti in questi anni tra persone che cercavano di passare al confine, anche in questi giorni con un ragazzo afgano investito in autostrada». «Questa vicenda - conclude Marmo - è nata da lungo tempo e non sappiamo per quanto continuerà ma senz'altro andrebbero trovate delle soluzioni più condivise a livello europeo».

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