Parigi come Milano. Strade vuote, treni pieni Il premier: serve rigore

Capitale deserta, ma assalto alle stazioni Ottomila contagi, in azione 100mila agenti

Parigi come Milano. Strade vuote, treni pieni Il premier: serve rigore

I pochi negozi «essenziali» rimasti ancora aperti sono costretti ad abbassare le saracinesche perché i clienti si accalcano e non rispettano la distanza di sicurezza di un metro. La stazione ferroviaria di Montparnasse viene presa d'assalto prestissimo già dal mattino. Grandi valigie, segno di una partenza non breve, e cittadini ammassati per la grande fuga verso una quarantena lontano da una capitale che si svuota.

Sembra la Milano degli assalti ai treni per il Sud di dieci giorni fa. Invece era Parigi ieri, dopo che in Francia sono entrate in vigore le nuove disposizioni anti-coronavirus, le più stringenti in questo momento in Europa, dopo quelle italiane e spagnole, con divieto di circolazione se non per motivi sanitari, per ragioni di lavoro o per l'acquisto di beni di prima necessità. «Misure mai prese in tempo di pace», come ha sottolineato lunedì il presidente Emmanuel Macron. Scuole, negozi, bar e ristoranti chiusi, da ventiquattrore anche lo stop ai parchi dopo la presa d'assalto di domenica scorsa, ma caos invece nei pochi negozi «essenziali» ancora aperti, alimentari, mercati e panetterie, con i francesi che si mettono in coda senza tenere la distanza fisica necessaria ad evitare il contagio. Tanto che in serata il primo ministro Edouard Philippe, ospite in tv, è costretto a ricordare ai francesi: «Dobbiamo rispettare le consegne molto rigorosamente se vogliamo che abbiano effetto».

In tutto 150 posti di blocco disseminati per le arterie di Parigi, in parte irriconoscibile con Place du Trocadero deserta, Champs Élysées vuoti, Tour Eiffel chiusa, Louvre, Centre Pompidou e tutti gli altri luoghi emblematici della Ville Lumière spenti. Ieri erano 100mila gli agenti al lavoro nella capitale, impegnati a verificare le autocertificazioni con le quali i cittadini devono giustificare i loro spostamenti. Molti, tuttavia, ne erano ancora sprovvisti. Scene da un film che si ripete, identico a quello italiano, con un ritardo di sole due settimane, specchio delle curve epidemiologiche che si muovono con una decina di giorni di differenza. La situazione in Francia è grave, specie nell'Ile de France, la regione di Parigi, che insieme al Grand Est è una delle più colpite, tanto che alcuni medici hanno ammesso che, oltre ai trasferimenti in altri ospedali, per mancanza di posti letto sufficienti, sono già cominciate le scelte su quali pazienti da intubare. I nuovi contagi sono 1100 in più in un solo giorno, i morti 175 dall'inizio dell'emergenza, i contagiati 7730, dei quali 2579 ricoverati, 699 in terapia intensiva.

Ma tutta la Francia è chiusa, come dimostra la Promenade des Anglais deserta a Nizza, le strade vuote da Bordeaux a Lille, la chiusura del santuario di Lourdes e il rinvio del Roland Garros a settembre. Nel suo ultimo discorso tv alla nazione, visto da 35 milioni e mezzo di francesi, Emmanuel Macron è stato chiaro: «Siamo in guerra» contro il coronavirus. «Il nemico è qui», ha detto il presidente, annunciando anche il rinvio del secondo turno delle elezioni municipali, che sono il segno più evidente del ritardo dell'Eliseo nel prendere coscienza del problema. Così molti parigini hanno immediatamente raccolto l'appello sul telelavoro come antidoto al virus, ma si sono poi riversati nelle stazioni ferroviarie senza badare ai rischi per se stessi e per i luoghi meno contagiati che ora mettono a rischio. E come in guerra, per evitare anche gli assalti alle farmacie, l'Agenzia nazionale del farmaco ha imposto un limite alla vendita di paracetamolo, raccomandato per alleviare i sintomi del coronavirus: una confezione a chi non ha sintomi, due a chi ha febbre e tosse. In attesa che sulle strade arrivino settemila soldati antiterrorismo dell'Operazione Sentinella.

Dalla salute pubblica alla salute economica di una Francia infettata dal

coronavirus e certa della recessione. Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha annunciato lo stanziamento, con effetto immediato, di 45 miliardi di euro per sostenere imprese e dipendenti colpiti dalla serrata generale.

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