Parisi ai coordinatori azzurri: vi ascolto e superiamo il 20%

Ieri primi incontri di Stefano Parisi con i vertici regionali di Forza Italia. "Non farò tabula rasa, rilancio solo con il vostro aiuto"

Parisi ai coordinatori azzurri: vi ascolto e superiamo il 20%

Roma - Incassata l'investitura, Stefano Parisi si lancia ufficialmente nell' operazione rilancio. Entra negli uffici romani di Forza Italia - «sono qui come ospite», puntualizza - e apre le «consultazioni» con i dirigenti territoriali del partito azzurro. La sua è una vera e propria «full immersion»: il primo atto va in scena nel palazzo di San Lorenzo in Lucina dove incontra una pattuglia di coordinatori regionali. La prima a varcare la soglia è l'umbra Catia Polidori; poi Ugo cappellacci per la Sardegna; Gilberto Pichetto Fratin per il Piemonte; Stefano Mugnai per la Toscana, Jole Santelli per la Calabria ed Elisabetta Gardini per il Trentino Alto Adige. Questa mattina concluderà la sua ricognizione con i restanti coordinatori. L'obiettivo è svolgere quella «due diligence» concordata con Silvio Berlusconi, ovvero preparare una dettagliata relazione sullo stato del partito sul territorio, con i suoi punti di forza e di debolezza, analizzando anche i rapporti con gli alleati.

L'approccio è molto informale e l'impostazione aderisce perfettamente al mandato assegnatogli dal presidente di Forza Italia. «Sono qui per ascoltare» - spiega l'ex direttore generale di Confindustria - «voglio assumere elementi e ricevere suggerimenti. Per capire cosa fare, devo prima capire dove siamo e chi siamo. La mia mission è individuare il percorso per riportare Forza Italia almeno sopra il 20%, non so se sarò io a portare avanti questo lavoro, ma intanto dobbiamo sviluppare insieme un piano di rilancio». Accanto a lui ci sono Sestino Giacomoni - che da sempre svolge un lavoro di raccordo con i coordinatori regionali; Gregorio Fontana, responsabile organizzativo di Fi, e Andrea Orsini, deputato azzurro per tre legislature che ha seguito passo passo la sua campagna milanese.

L'ex ad di Fastweb prende molti appunti, si fa consegnare le relazioni dai coordinatori, batte sul concetto di squadra. «Il suo approccio è pragmatico e rigoroso» commenta Ugo Cappellacci. La richiesta è quella di aprire un canale di dialogo con la società civile, chiudere la fase dei politici di professione e inaugurare un rinnovamento con persone provenienti dal mondo del lavoro. Il tutto fondato su programmi concreti, con un manifesto di proposte declinato regione per regione e attraverso un percorso che includa la battaglia referendaria, ma abbia un respiro molto più ampio: quello di restituire centralità, credibilità e centralità al centrodestra.

Parisi ci tiene, poi, a piantare alcuni paletti: 1) dobbiamo organizzare un partito low-cost, capace di prescindere dai finanziamenti centrali; 2) la mia missione non è ricomporre la diaspora del centrodestra e rincorrere l'alchimia delle sigle, il mio è un progetto più ambizioso; 3) nessuna tabula rasa, ma la classe dirigente deve rimettersi a remare, cercando voti in prima persona, senza pensare che sia sempre Berlusconi a farlo. Una scossa che, almeno a dar retta ai commenti, ottiene il gradimento e la piena disponibilità da parte dei coordinatori.

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