«Apro a un'ipotesi di valutazione di possibile apertura del capitale, laddove questo dovesse risultare vantaggioso dal punto di vista finanziario per lo sviluppo degli investimenti dell'azienda». L'ad di Fs, Stefano Donnarumma, ieri a Cernobbio ha ribadito che un eventuale sbarco a Piazza affari (o l'ingresso di un socio privato nel capitale) è un tema ancora in agenda a Piazza della Croce Rossa. L'Ipo, ha aggiunto, «è quasi sempre la conseguenza di un percorso del genere», quindi «per ora» si parla di una «valutazione di apertura del capitale». Quanto al calendario, il ceo ha indicato in «pochi mesi» il tempo necessario per definire una strategia. «Conto da qui a fine anno di avere le idee chiare su diverse cose che riguardano il gruppo», ha spiegato, mentre «i tempi di esecuzione in media per queste cose sono almeno un paio d'anni». Donnarumma ha precisato che «non esiste un mandato alla mia persona, ma uno studio precedente al mio arrivo in azienda e in ogni caso la decisione spetta all'azionista (il Mef ndr)». La privatizzazione, ha rimarcato, «non è un obbligo, perché i modelli non sono mai univoci, non esiste il bene e il male, qualunque decisione deve essere presa con molta cautela».
Quanto ai disagi verificatisi nel corso dell'estate, l'ad ha ricordato che essi sono dovuti «a diversi fattori: alcuni nostri, altri completamente esogeni come gli incendi e fattori climatici». I disservizi, ha concluso alludendo ai ritardi dei treni di questa estate, «sono un sacrificio a volte necessario per implementare un'infrastruttura complessa con investimenti record».
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