Parla l'amico della pm: "Turbata dalle molestie"

Sinatra riferì a Palamara delle avances subite dal procuratore di Firenze Creazzo

Parla l'amico della pm: "Turbata dalle molestie"

Arriva davanti alla sezione disciplinare del Csm la presunta molestia sessuale ai danni della pm di Palermo Alessia Sinatra da parte del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo. Entrambi sono finiti sotto procedimento disciplinare a palazzo dei Marescialli. A lei la procura generale della Cassazione contesta «l'uso improprio di quei fatti, al fine di ricercare una privata giustizia», perché in alcuni messaggi inviati nel maggio 2019 all'allora collega Luca Palamara, sembrerebbe chiedergli di ostacolare la corsa di Creazzo alla procura di Roma («Giurami che il porco cade subito», «il mio gruppo non lo deve votare»).

L'atteggiamento di Sinatra è collegato a una presunta molestia che sarebbe avvenuta nel 2015 in un hotel della capitale durante un convegno. Un episodio già smentito da Creazzo - finito comunque sotto procedimento disciplinare - e mai denunciato nemmeno dalla stessa pm per non screditare, aveva spiegato, l'immagine della magistratura. Lo stesso Palamara - a cui Sinatra aveva raccontato il fatto - nel libro Il Sistema di Alessandro Sallusti conferma la mancata denuncia: «Io stesso, devo ammetterlo, non ho denunciato né spinto la collega a farlo, in quel momento ancora dovevo difendere il Sistema. Una cosa però, dopo le pressioni della Sinatra, mi è chiara: Creazzo è bruciato, non si può puntare su un nuovo procuratore di Roma che, a torto o a ragione, se nominato sarebbe stato coinvolto, cosa che io sapevo con certezza, in una vicenda di molestie».

Ieri intanto è stato ascoltato il primo testimone della difesa, il neuropsichiatra infantile Francesco Vitrano già consulente della Procura di Palermo e amico di Sinatra tanto da aver raccolto il suo sfogo: «Mi raccontò che al ritorno di una cena di lavoro, mentre rientrava nella sua camera il collega ebbe un approccio fisico intrusivo nei suoi confronti e questa cosa l'aveva turbata molto. Lei era molto sconvolta perché aveva grande fiducia nei confronti del collega e considerò questo episodio come un tradimento non solo sul piano personale. Si sentiva molto sofferente e violata nella sua intimità e per lei era molto doloroso», ha riferito. Ha aggiunto anche che alla pm sarebbero bastate «scuse che credo non siano mai arrivate», e che a causa dell'accaduto Sinatra avrebbe per anni sofferto di attacchi di panico e crisi d'ansia.

La difesa, con l'ex consigliere del Csm Mario Serio, ha sollevato anche una questione preliminare sulla trascrizione delle chat: il testo riportato nell'incolpazione non corrisponderebbe a quello delle chat presenti nel cellulare di Sinatra. Motivo per cui quelle chat non sarebbero utilizzabili. La richiesta è parsa un'insinuazione contro l'operato della polizia giudiziaria, e l'accusa - la Procura generale della Cassazione - l'ha seccamente respinta. Si tratterebbe infatti di un possibile errore di trascrizione nel capo di incolpazione o di una trascrizione incompleta.

L'avvocato della Sinatra ha ricordato ancora una volta che la pm «si trova incolpata per aver sfogato il suo dolore in una forma privatissima con messaggi riservati che sono stati divulgati e le sono costati un'azione disciplinare». La prossima udienza è stata convocata per il 15 luglio. Saranno ascoltate la sorella della magistrata Alessandra, e il giudice di Palermo Bruno Fasciana. L'udienza di Creazzo invece è fissata per il 7 maggio.

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