Parlamento, ci sono ancora dodici seggi da assegnare. E si preparano decine di ricorsi

Inizia la settimana di insediamento delle Camere dopo le elezioni del 4 marzo. Ma ci sono già alcuni problemi: alcuni seggi devono essere ancora assegnati. E decine di ricorsi sono in agguato

Parlamento, ci sono ancora dodici seggi da assegnare. E si preparano decine di ricorsi

In attesa di conoscere le mosse dei partiti, chiamati prima di tutto a eleggere i presidenti delle due Camere (primo vero e proprio snodo politico dopo il 4 marzo), si apre una settimana decisiva per le sorti del Paese. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ovviamente attende prima di cominciare le danze delle consultazoni, e provare a sciogliere il bandolo dell'intricata matassa. Ma soprattutto è solo con le consultazioni, quando le forze politiche dovranno giocoforza mostrare le loro carte, che si potrà avere un quadro più chiaro della situazione.

Intanto c'è un particolare curioso che salta all'occhio. Con l'apertura delle Camere, il prossimo venerdì, c'è già un buco da tappare: come osserva Repubblica si tratta di dodici seggi che non sono stati ancora assegnati, secondo quanto si rileva dal sito internet del Viminale, che tiene il conteggio ufficiale (e aggiornato) della situazione. Si tratta di deputati eletti con il sistema proporzionale, più un seggio al Senato. Ma ci sono anche dei ricorsi in arrivo, una trentina, numero più numero meno. Scatteranno dopo la proclamazione ufficiale degli eletti, che avverrà, come prevede la legge, ad opera delle Corti d'appello sparse su tutto il territorio nazionale. Qualcuna ha già iniziato a farlo: in Calabria e in Sardegna.

I ricorsi che potrebbero scattare sono relativi alla discrepanza che in taluni casi si è verificata tra il numero dei seggi assegnati e quelli da assegnare in base al decreto che ha disegnato i collegi prima del voto. E potrebbero riguardare anche esponenti della stessa lista, a meno che non sopraggiungono ordini superiori da parte dei rispettivi partiti.

Ma perché tutta questa confusione? Il Rosatellum è stato preparato in fretta e furia, così come il decreto necessario per l'attuazione della legge elettorale, quindi è normale che ci possano essere dei piccoli problemi di "assestamento". A complicare le cose i calcoli abbastanza complessi resisi necessari per applicare la legge. Il motivo è presto detto: i partiti hanno conquistato un certo numero di voti che sonostati tradotti in una percentuale. Sulla base di questa sono stati assegnati i seggi, nei collegi plurinominali. Come si può facilmente intuire c'è il problema dei resti, quei voti che eccedono il tetto necessario per l'assegnazione di un seggio. Per evitare che vadano persi sono stati previsti dei meccanismi, che tengono conto dell'eccesso e del difetto. Però, alla fine, i numeri possono non tornare. E qui si aprono i problemi. Perché i seggi sono quelli: 315 senatori e 630 deputati. Non si sgarra. Ad aggravare le cose ci sono alcuni episodi strani: tipo il grande risultato del Movimento 5 Stelle, che in Sicilia ha ottenuto più seggi di candidati presentati.

In questo caso il seggio d assegnare viene recuperato da un'altra parte del Paese, ma questo va a scombinare, ancora una volta, le somme totali.

Ma alla fine chi dipanerà tutto questo caos? Ci penseranno le giunte per le elezioni della Camera e del Senato. Salvo che i ricorsi davanti alla legge vadano avanti...

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