Ospite ancora una volta del talk show politico di La7 "In Onda", Mario Monti torna sulle parole da lui pronunciate la scorsa settimana nel corso della medesima trasmissione.
Viste le forti polemiche seguite alle sue frasi relative al tema dell'informazione connessa alla questione Coronavirus, l'ex premier tenta di correggere il tiro e di fornire una personale interpretazione delle stesse. "Bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo nella somministrazione dell’informazione", aveva infatti dichiarato Monti dinanzi alle telecamere di La7 senza troppi giri di parole la settimana scorsa. Il concetto sarebbe da connettere, secondo l'ex presidente del consiglio, alla limitazione di libertà prevista per eventi bellici:"D'altra parte è come se fossimo in guerra", aveva infatti aggiunto, "Ma nessuno si è posto il problema di adeguare la comunicazione a una situazione di guerra. Credo che, andando avanti la pandemia o in futuri disastri per la salute, bisognerà trovare un sistema che dosi dall'alto l’informazione".
Parole che avevano suscitato polemiche e dibattiti, tanto nel corso di altre trasmissioni televisive quanto sul web, visto il riferimento non esplicito all'idea di applicare una certa censura sulle informazioni da fornire al popolo italiano. "Non ho parlato minimamente dei no vax", si difende Monti nell'ultima puntata di "In Onda". "Ho le mie opinioni, ma in quello che ho detto da voi non ho minimamente distinto per le posizioni di merito. Ho detto con una parola infelice", precisa l'ex premier del governo tecnico post-Berlusconi, "esattamente la stessa cosa che avevo detto ai primi di marzo del 2020 su questa stessa rete".
In pratica"se ogni canale televisivo e ogni fonte di informazione dedica 15 ore al giorno a questo tema appassionante e terribile e su cui è giusto informarsi, probabilmente c'è un eccesso di informazione". Nel ribadire ancora una volta l'accostamento ad una situazione bellica della questione Coronavirus, l'ex presidente del consiglio puntualizza: "All'inizio di questa pandemia io proponevo la costituzione di momenti istituzionali a reti unificate e un accordo volontario di autodisciplina tra le televisioni".
Quando gli viene chiesto di analizzare i dati relativi alla sanità connessi al 55esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2021, Monti torna ad essere particolarmente inquieto. Nello schema sono illustrate le opinioni degli italiani in merito alla questione Covid-19: per il 31,4% il vaccino è un farmaco sperimentale e i vaccinati sono ‘cavie’, per il 21,7% la scienza fa più danni che benefici, per il 10,9% i vaccini sono inutili e infine per il 5,9% il covid non esiste. L'ospite non la prende bene: "Qui c'è un problema di fondo, che è lo scarso livello di educazione e di preparazione del popolo italiano", affonda infatti l'ex premier. "Questo, purtroppo viene fuori in modo sistematico ogni volta che vengono pubblicati i dati. Questo ha un riflesso sulla capacità del popolo italiano.
Ovviamente ognuno ha il sacrosanto diritto di voto, ma la capacità di esprimere un orientamento politico è molto bassa". Col dito puntato contro l'istruzione, Monti parla esplicitamente di una"lacuna grave e storica dell'opinione pubblica italiana".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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