Dalla parrocchia alla nazionale juniores. Cavalcata azzurra sulle orme di Paola Egonu

Era considerata un talento pronto a sbocciare. Sognava di giocare al top

Dalla parrocchia alla nazionale juniores. Cavalcata azzurra sulle orme di Paola Egonu

Una gemma pronta a sbocciare, per mostrare al mondo tutto il suo talento. Così veniva considerata Julia Ituma, pallavolista azzurra la cui giovane vita si è interrotta brutalmente nella notte di Istanbul. Una notizia terribile, quella con cui si è svegliato ieri mattina il nostro volley, che adesso piange una ragazza che prometteva di avere davanti a sé un futuro radioso.

Nata a Milano l'8 ottobre 2004 da genitori nigeriani, studentessa al Liceo Ettore Conti dove ha frequentato l'indirizzo di scienze applicate fino allo scorso anno, Julia si era innamorata della pallavolo a undici anni dopo gli inizi nel basket, cominciando nella società parrocchiale meneghina San Filippo Neri un percorso che l'avrebbe di lì a poco portata a mettersi in luce nelle nazionali giovanili. «Di ragazzine ne ho viste tante, ma lei ha qualcosa in più delle altre», aveva detto di lei Pasquale D'Aniello, tecnico che l'aveva guidata alla conquista dell'argento europeo del 2020 con l'Under 16. E in azzurro, per Julia, erano continuate ad arrivare le soddisfazioni più grandi: nel 2021 era stata argento mondiale con l'Under 18, chiudendo come migliore realizzatrice e migliore schiacciatrice del torneo, dando il suo contributo anche alla medaglia d'oro conquistata dall'Under 20. L'estate del 2022, poi, si era rivelata altrettanto trionfale, stavolta vestendo i panni della stella assoluta dell'Under 19: prima la vittoria nell'European Youth Olimpic Festival, poi l'oro all'Europeo di categoria chiuso col premio di miglior giocatrice del torneo, grazie anche ai 21 punti coi quali aveva trascinato l'Italia al successo in finale contro la Serbia.

La cavalcata in azzurro le aveva aperto le porte del grande volley, con l'approdo all'Igor Gorgonzola Novara dopo i due anni da protagonista con il Club Italia, in Serie A2. Un percorso che ha curiosamente ricalcato quello compiuto da Paola Egonu, alla quale Julia veniva spesso accostata nonostante il suo ruolo naturale fosse quello della schiacciatrice, piuttosto che l'opposto. Vestire la maglia della nazionale, insieme a Paola e alla capitana Miriam Sylla, rappresentava uno degli obiettivi di Ituma: «Come ogni ragazza della mia età, sogno un domani di poter indossare la maglia della nazionale italiana seniores e magari poter giocare insieme loro», aveva dichiarato in una intervista. Anche se il suo idolo incontrastato era Robertlandy Simon, centrale cubano fresco vincitore della Coppa Italia con Piacenza e che nel recente passato ha fatto la storia con la Lube Civitanova.

A Novara, al suo primo anno in Serie A1, stava continuando il suo percorso di crescita. Impiegata da opposto, come vice della turca Karakurt, Julia si preparava ad affrontare i suoi primi playoff nella massima serie dopo aver contribuito alla cavalcata della Igor in Champions League, interrotta soltanto dalla sconfitta in semifinale contro l'Eczacibasi.

Nella sfida di ritorno giocata a Istanbul aveva messo a referto due punti, in una serata amara per Novara che non era riuscita a ripetere l'impresa dell'andata. Poi, a tarda notte, il terribile epilogo che ha spezzato la sua giovanissima vita.

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